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Salone del Libro, il piagnisteo di Scurati: "Sono simbolo mio malgrado": Gasparri: "Basta finto martirio"

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"È in atto una svolta illiberale. È un dato di fatto che gli intellettuali liberi, scrittori, artisti e studiosi, vengono indicati dall'attuale governo come nemici. A prescindere dal mio caso personale, un monologo che celebrava la resistenza antifascista è stato cancellato". Continua imperterrito Antonio Scurati a dipingersi come vittima della famigerata tv di Stato assoggettata al governo Meloni. Lo scrittore è intervenuto al Salone del Libro di Torino dove è tornato sul monologo che non ha recitato a Che Sarà, programma di Serena Bortone su Rai Tre, in occasione del 25 aprile.

"La democrazia è sempre lotta per la democrazia che troppo spesso, io per primo, insieme alla generazione degli ultimi ragazzi del secolo scorso, non abbiamo ascoltato. Noi, figli privilegiati di un occidente decadente, che vivevamo in un eterno presente, rompendo la storia dell'impegno civile dei nostri genitori e dei nostri nonni" ha insistito l'autore di numerosi saggi su Mussolini.

"Una mattina uggiosa poi ci siamo risvegliati dagli anni Ottanta e abbiamo cominciato a prendere coscienza che la democrazia è una conquista storica recente, fragile, minacciata, circoscritta a un pezzo di mondo che si va sempre più restringendo. Sebbene le ultime settimane mi abbiano costretto in questo ruolo di simbolo e porta bandiera, io sono uno scrittore. Ed è proprio questo, mio malgrado, che mi sono trovato in questa situazione: proprio per i libri che scritto, come Fascimso e populismo Mussolini oggi e La trilogia di emme". ha concluso lo scrittore di M.

Secca la replica di Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato: "Scurati dice cose non vere. Il suo monologo non era stato cancellato. Compare chiaramente nella scaletta del programma Che Sarà di quel giorno con l'annotazione accanto 'tg', titolo gratuito. Hanno cancellato 1800 euro di compenso. Per Scurati evidentemente la difesa della libertà vale 1800 euro al minuto. Mentre dovrebbe difenderla gratuitamente in nome dei valori di democrazia che vanno difesi ogni giorno in maniera gratuita. Non c'è stata nessuna censura. Abbiamo visto le scalette, abbiamo visto le firme ed era stato tutto siglato e stabilito dai conduttori e dai gestori del programma. Quindi basta con questo finto martirio".

Il senatore azzurro ha calcato la mano sulla questione del mancato pagamento riconosciuto a Scurati, motivo a cui attribuisce la sua mancata partecipazione al programma: "La libertà si può difendere anche gratis. E poi 1800 euro al minuto per uno così importante non sono nemmeno questo guadagno che cambia la vita. Anche se un normale lavoratore ci mette un mese intero a guadagnarli e non un minuto come pretendeva Scurati".

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