Serena Bortone, la Rai manda una lettera. Bonelli e Pd in tilt
La Rai ha avviato un procedimento disciplinare contro Serena Bortone, la conduttrice di Che sarà, trasmissione del sabato sera di Rai 3, che prima del 25 aprile aveva denunciato l'ospitata saltata all'ultimo di Antonio Scurati.
Una presunta censura, visto che viale Mazzini ha chiarito come la partecipazione dello scrittore, che avrebbe dovuto leggere un monologo sul fascismo, fosse saltata non per motivi politici ma economici, non avendo raggiunto un accordo sul cachet. Scurati avrebbe comunque potuto leggere il suo testo (poi recitato dalla stessa Bortone) ma a titolo gratuito. L'intellettuale (il cui intervento era molto critico con il governo di centrodestra) ha preferito declinare.
"E' un fatto estremamente grave", è il primissimo commento di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, intervenendo in commissione di Vigilanza dove si sta svolgendo l'audizione dell'ad Roberto Sergio e del dg Giampaolo Rossi. "E' una situazione molto cupa dal punto di vista della democrazia del nostro Paese, vi invito a riflettere, è un fatto estremamente grave".
"Il procedimento deciso oggi dall'Amministratore delegato (Ad) della Rai, Roberto Sergio, contro" la giornalista "Serena Bortone è un atto gravissimo: un chiaro messaggio ai giornalisti Rai che vogliono esercitare in libertà la professione di giornalista", ha quindi aggiunto in una nota sempre Bonelli. "Stiamo entrando in una fase molto cupa per la democrazia la cui responsabilità è in capo non solo ai dirigenti Rai, ma alla premier Meloni che esercita sulla Rai un controllo come dimostrano i recenti fatti. Anche oggi una diretta fiume di 46 minuti su Rainews24 dell'intervento della premier a un convegno alla Camera dei deputati sul Premierato".
Si scatena anche il Pd, ovviamente: "Questa volta TeleMeloni ha veramente oltrepassato il limite. A pochi giorni dalla censura del monologo di Scurati, è stato aperto un procedimento disciplinare contro Serena Bortone. Incredibile. Noi del Partito democratico insistiamo per ascoltare la conduttrice in audizione. La destra convoca i conduttori solo per 'processarli', come avvenuto con Ranucci, ma si guarda bene dall'invitare le vittime di censura a dire la propria", tuona Antonio Nicita, senatore dem e candidato alle europee nella circoscrizione Isole.
"Il procedimento disciplinare dell'Ad Rai Sergio nei confronti di Serena Bortone definisce l'idea che la dirigenza dell'azienda ha del pluralismo informativo. Siamo di fronte a un atto arrogante, minaccioso, intimidatorio - accusano in una nota i componenti democratici della commissione di vigilanza Rai -. 'Colpirne uno per educarne cento' è il motto che anima questa maggioranza che vuole rendere l'azienda del servizio pubblico il megafono del governo". Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura alla Camera, parla invece di "deriva indegna" della tv pubblica.
Da viale Mazzini arriva la puntualizzazione: "La Rai ha inviato una lettera di contestazione disciplinare a Serena Bortone in riferimento al post pubblicato dalla giornalista sui propri profili social il 20 aprile in merito alla vicenda Scurati. Come da prassi nella contestazione si chiedono alla giornalista eventuali giustificazioni e chiarimenti". In pratica, alla Bortone viene contestato il fatto di aver reso pubblica una questione tutta interna e con toni inutilmente polemici. L'Usigrai, dopo lo sciopero flop di lunedì, è ora di nuovo sul piede di guerra definendo "inaccettabile" il procedimento contro Bortone: "E cosi l'ha fatto: Roberto Sergio, l'uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora da amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo 'asfissiante' sul lavoro dei giornalisti della Rai. I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta", scrive sui social il segretario Daniele Macheda.