Giovanni Toti va cacciato e Ilaria Salis candidata: il doppiopesismo dei compagni
Ci vorrebbe un capitolo aggiuntivo del mondo al contrario del generale Vannacci, dedicato al comandante Nicola Fratoianni. Quest’ultimo ci regala una straordinaria lezione di diritto alla rovescia, potremmo dire, approfittando del guaio in cui è incappato il governatore della Liguria, Giovanni Toti. L’esponente politico che vuole tirare fuori dalla galera a suon di candidatura Ilaria Salis, tuona proprio contro Toti – da ieri ai domiciliari – e vorrebbe lo scioglimento della regione Liguria con nuove elezioni. Alle quali, ovviamente, impedire in ogni modo la ricandidatura del presidente uscente.
GIUSTIZIALITY
Benvenuti nello straordinario mondo di Giustiziality, ovvero quel pianeta dove bastano poche ore di lettura a strascico di un’ordinanza del giudice per decidere senza processo il destino di un uomo, di una giunta, di una regione e di una comunità. Al confronto, il garantista si chiama Orban. Non abbiamo a nostra disposizione disegnini, ma cerchiamo di farlo comprendere con le parole a Fratoianni e ai suoi compagni. Secondo lui, secondo loro, dopo la notifica del provvedimento giudiziario, Toti dovrebbe dimettersi e basta. Magari senza nemmeno difendersi. L’avvocato diventa strumento del crimine. Basta prendere per oro colato le parole dell’accusa – mica come a Bari, dove in galera hanno messo solo qualche povero delinquente, mica i politici, quelli Vip – e stabilire il tutti a casa. Ma non funziona così. Soprattutto non può funzionare così se, mentre chiedi le dimissioni di un governatore sotto accusa – negandogli quindi di continuare nell’attività politica a cui lo hanno delegato gli elettori – contemporaneamente vuoi che nell’agone entri invece chi è accusata di essere andata in giro per l’Europa a tirare mazzate agli avversari politici, e tenti di tirarla fuori dal carcere ungherese con i voti per il Parlamento europeo. Stravagante, potremmo dire.
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SCIACALLAGGIO
Chissà se si tratta di scacallaggio, ma certo quello imbastito dall’onorevole Fratoianni ci si avvicina molto. Anche perché precisa pure che il suo è un giudizio politico, mica basato su vicende giudiziarie. E te lo fai, il “giudizio politico” nemmeno conoscendo le carte dell’accusa e come si difende l’indagato? Ma a che livello di barbarie siamo arrivati? Dice il compagno Nicola: «La commistione fra politica e imprese private con interessi milionari legati alla pubblica amministrazione è una vera e propria malattia da estirpare. Ed è la ragione principale per cui io credo che Toti debba dimettersi e che vada restituita la parola ai cittadini della Liguria». Quella che definisce commistione è però legata a un finanziamento di circa 70mila euro regolarmente tracciato come prescrivono le norme elettorali. Gli inquirenti, ovviamente, parlano di do ut des, altrimenti non si comprenderebbe perché indagano. Ma Fratoianni, quali elementi ha per dirlo?
Eppure insiste: «Il mio non è un giudizio sulle questioni di natura giudiziaria, - aggiunge - sia chiaro, ma esclusivamente politico. Perché quando si adombrano scambi cosi pericolosi tra voti, finanziamenti elettorali e pratiche edilizie e concessione di beni pubblici, io penso sia necessario fare un azzeramento». Invece, quando ad esempio in Puglia ci sono 130 arresti che devastano una città, macchiano il lavoro di qualche partecipata comunale, si raccontano in piazza gli incontri politici con i congiunti di mafiosi, lì va tutto bene. Lì, il “giudizio politico” permette di rispondere “no” alla mozione di sfiducia al presidente di quella regione. Si dirà: mica Emiliano è stato arrestato. Il voto di scambio non è reato laggiù, un bonifico tracciato lo diventa lassù. E così che si può realizzare un curioso teorema su cui ovviamente si arrovellano persino i social: Toti "arrestato non solo indagato" è colpevole, mentre Ilaria Salis arrestata e non solo indagata, no. E sempre secondo il teorema, Toti si deve dimettere, invece Ilaria Salis viene candidata e i comizi li fa il papà, l’unico che si può comprendere in questa storiaccia. Commento su X: «Se questa è la sinistra non stupisce perché votano la destra». Magari lo capirà prima o poi anche Fratoianni.