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Giovanni Toti ai domiciliari, "favori in cambio di 74mila euro": i dettagli dell'inchiesta e i nomi coinvolti

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Corruzione elettorale, pratiche commerciali, Cosa Nostra. C'è di tutto nella clamorosa inchiesta che a Genova ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti, insieme ad alcuni dei più importanti imprenditori della regione. Tra i nomi di spicco coinvolti, quelli di Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale e attuale ad del colosso dell'energia Iren (che in Borsa ha perso subito il 7%) e Aldo Spinelli, noto imprenditore portuale nonché ex presidente di Genoa prima e Livorno poi tra anni Novanta e Duemila.

A Toti e al suo capo di gabinetto Matteo Cozzani è stato contestato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada (consigliere di amministrazione di Esselunga) di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 2022, a fronte dell'impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona. 

Intanto, dopo 4 ore e mezza Toti ha lasciato la caserma Testero della Guardia di Finanza di Genova. Il presidente della Regione era a bordo di un'auto delle Fiamme gialle. Andrà agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Ameglia, nello Spezzino. 

Anche Cozzani, braccio destro del presidente, è finito ai domiciliari: è accusato di corruzione elettorale aggravato dalla circostanza di cui all'art. 416-bis.1 c.p. perché secondo i pm avrebbe agevolato l'attività di Cosa Nostra. In particolare avrebbe agevolato il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. Al governatore Toti, spiega invece il Corriere della Sera, si contesta di avere accettato da Aldo e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte dell'impegno a "trovare una soluzione" per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell'Olmo da libera a privata, agevolandone anche la pratica edilizia del relativo complesso immobiliare nonché approvare la pratica di rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli.) presso il Comitato di Gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

I domiciliari al presidente, secondo il gip di Genova Paola Faggioni, si sono resi necessari per via del pericolo di reiterazione del reato. Pericolo che emerge, si legge nell'ordinanza di oltre 650 pagine, "dalla stessa sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento". Il pericolo, inoltre, "traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate" nell'attuale indagine, "iniziate già verso la fine del 2020, in occasione delle consultazioni elettorali regionali del 20 e 21 settembre e proseguite in tutte quelle che si sono susseguite, mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l'elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata 'svenduta' la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali", ha sottolineato il gip.

Toti, sospeso dalla funzione di presidente come previsto dalla legge, è stato sostituito pro tempore in tutte le sue funzioni dal vicepresidente nella pienezza dei poteri. "Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell'esclusivo interesse della Liguria - ha commentato il vicepresidente della Regione Alessandro Piana -. Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati".

Immediate le ripercussioni politiche dopo la "bomba giudiziaria" che arriva un mese dalle prossime elezioni europee. La Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, ha chiesto gli atti dell'inchiesta di Genova. Nelle ultime settimane la Commissione si è mossa nello stesso modo anche per altre inchieste su presunta corruzione o presunto voto di scambio. "Abbiamo fiducia nella magistratura e siamo garantisti, sempre: siamo certi che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti saprà dimostrare la sua innocenza", ha commentato Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati di cui Toti è uno degli esponenti più noti a livello nazionale. Nella maggioranza di centrodestra spiccano le parole di Alfredo Antoniozzi, vice-capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "Così come a Bari anche a Genova bisogna rispettare le persone e il garantismo avendo fiducia nel sistema giudiziario. La politica eviti giudizi sommari e separi gli istinti di strumentalizzazione dalla necessità di rispettare sempre il principio di presunzione di innocenza". 

Gli altri nomi coinvolti sono quelli di Mauro Vianelli, presidente dell’Ente Bacini, Roberto Spinelli, figlio dell’imprenditore Aldo, Venanzio Maurici (sindacalista della Cgil), Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa: gli ultimi tre sono il collegamento nell’ambito della criminalità organizzata.

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