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Piero Fassino, il suo patrimonio: case, poderi e le cifre del reddito

Piero Fassino

Antonio Castro
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Il caso già derubricato “profumo di Grissino” (nomignolo affibiato all’ex segretario Pd quando ancora frequentava la sua amata Torino) monta come la panna sbattuta. Sarà inelegante ma trattandosi di un parlamentare e politico di lungo corso è inevitabile finire per fare due conti. Una boccetta di Chanel dal free shop aeroportuale costa poco più di 100 euro. Importo di tutto rispetto per un comune lavoratore che porta a casa 1.000, 1.400 euro netti al mese (statisticamente la maggior parte dei lavoratori e pensionati italiani). Ma non certo un importo inarrivabile per Fassino, che non è certo un “qualsiasi anonimo pensionato” (74 anni). Come tutti gli uomini politici, i redditi sono pubblici.

E allora siamo andati a controllare i redditi: nel 2017 mister Fassino ha dichiarato 131.726 euro lordi. E su questi emolumenti ha pagato la bellezza di 49.812 euro. Un momento però: basta scorrere il 730, per scoprire che grazie alle detrazioni fiscali previste per «interventi di recupero del patrimonio edilizio e misure antisismiche), Piero è riuscito ad abbattere l’imponibile di 13.649 euro. riducendo così l’imposta netta a 36.163 euro.

 

 

Andiamo avanti. Sempre consultando la stessa dichiarazione, Fassino è proprietario di due appartamenti a Torino, un box auto, mentre (si suppone con la moglie) vanta la comproprietà di un Podere + Casale a Scansano (Grosseto ad un tiro di schioppo da Capalbio), e di un appartamento a Roma. Dopo tanti decenni di trasferte parlamentari appare più che ragionevole individuare un “nido” romano. Poi saltano fuori un paio di terreni agricoli (sempre in Piemonte: Reano e Buttigliera). Nel 2019 (redditi 2018), il 730 di Fassino viaggia sui 110.947 euro lordi. Però l’onorevole Pd deve aver versato al partito 8.117 euro di contributi (che abbattono il reddito), e 13.141 euro di spese sempre per migliorie al patrimonio edilizio e puntellare le proprietà dai rischi sismici. Probabilmente ha pure installato pannelli solari o caldaie che portano in dote detrazioni per 1.282 euro.

Morale: a fine anno fiscale le detrazioni ammontano a 22.540 euro. Portando l’imposta netta a 18.377 euro.

Nel 2019 Fassino dichiara 109.062 euro lordi. Tirando le somme degli emolumenti, l’impost lorda di quell’anno decolla a 40.067. Però il parlamentare Pd deve aver contribuito con erogazioni liberali (probabilmente al partito) per 1.757 euro. Continua a spendere per migliorare il suo patrimonio immobiliare e fattura dopo fattura accumula una detrazione di 11.413 euro. Porta in detrazione anche 1.282 euro di spese per “interventi di risparmio energetico”. E a fine anno incolonna 14.452 euro di crediti d’imposta.

 

 

Nel 2021 il reddito lordo sale ancora (149.372). E di conseguenza le tasse superano in dichiarazione i 57.400 euro. Però tra contributi liberali (3.701), spese di recupero del patrimonio edilizio (9.685), e la rateizzazione del credito fiscale per il miglioramento energetico (1.282) il totale delle detrazioni e dei crediti d’imposta ammonta a 14.668 euro. Ovvero 42.732 di imposte. Nel 2021 arriviamo a 160.418 euro di imponibile lorda, con una imposta lorda di 62.150 euro. Al partito vanno 4.719 euro, le spese edilizie sono 7.893 e poi spuntano i soliti 1.282 euro di detrazioni per spese di miglioramento e risparmio energetico. In totale 13.894 euro di detrazioni e crediti d’imposta. Riducendo così l’imposta netta a 48.256 euro.

Nel 2022 i redditi ammontano a 156.338 euro lordi. Le imposte lorde a 60.125 euro. Ma il parlamentare Pd versa in erogazioni liberali 3.120. Poi spende 10.293 in ristrutturazioni, porta in detrazione i soli 1.282 euro per miglioramento energetico. Maturando così detrazioni e crediti d’imposta per 14.695 euro. Portando così le imposte a 45.430 euro. In 6 anni d’imposta mister Stecchino - che gli amici chiamano affettuosamente “Piero il Grande.. Parsimonioso” ha risparmiato legittimamente 84.499 euro. 

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