Piero Fassino indagato? Indiscrezioni dalla Procura: come si può salvare
La procura di Civitavecchia ha iscritto ieri Piero Fassino, parlamentare del Pd, già segretario dei Ds, nel registro degli indagati con l’accusa di furto. Tutto, però, potrebbe concludersi con una archiviazione o per “insussistenza di prove” o per “particolare tenuità del fatto”, trattandosi di presunto furto di un profumo da circa cento euro. In ogni caso, per il momento, il parlamentare risulterebbe indagato. Anche se l’avviso di garanzia, fino a ieri pomeriggio, non era ancora stato notificato né al diretto interessato, né al suo legale. È rimbalzato, invece, su tutte le agenzie di stampa e su tutti i siti online.
Un atto, quello dell’iscrizione nel registro degli indagati, dovuto, secondo i magistrati, in quanto è stata presentata una querela da parte dei responsabili del duty free di Fiumicino. La vicenda al centro della indagine, infatti, si è svolta nello scalo dell’aeroporto di Roma, di cui ha competenza geograficamente il tribunale di Civitavecchia. E seguirebbe ad altri due episodi simili. Gli investigatori della Polaria hanno depositato per gli inquirenti un’informativa di quattro pagine con le testimonianze di sei persone - cinque donne e un uomo - che chiamano in causa Fassino per aver tentato di rubare una confezione di profumo del valore di circa 100 euro. Testimonianze che sarebbero avvalorate da cinque video di altrettante videocamere di sorveglianza che sono disseminate all’interno del duty free.
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IL RAPPORTO
Ora il sostituto procuratore Alessandro Gentile, del tribunale di Civitavecchia, dovrà esaminare il rapporto della Polaria su quanto avvenuto il 15 aprile scorso all’aeroporto di Fiumicino. E valutarne l’attendibilità.
Così come dovranno essere verificate le parole dei testimoni, secondo cui ci sarebbero stati altri due fatti simili, altri due presunti furti che si sarebbero svolti con simili modalità, uno durante le festività natalizie e l’altro il 27 marzo scorso. Non è escluso che non venga richiesto anche un interrogatorio di Fassino. Anche se tutto dovrà passare dall’autorizzazione del Parlamento, in particolare dalla Camera dei deputati. «Come difesa non abbiamo ancora ricevuto gli atti, quando li riceveremo valuteremo come procedere», ha detto l’avvocato Fulvio Gianaria, legale di Fassino.
Sarebbero cinque, dunque, i video allegati all’informativa ora al vaglio degli inquirenti. L’unica, nel Pd, a prendere le difese dell’ex segretario dei Ds, è stata Alessia Morani, ex parlamentare del Pd, candidata alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. «Conosco Piero da tanti anni, da moltissimo tempo e non posso assolutamente credere a questa cosa», ha detto a Radio 1 ospite del programma Un Giorno da Pecora. «Deve essere certamente frutto di un grande equivoco e mi aspetto, come successo in altre situazioni in cui ho difeso altre persone, che poi alla fine venga fuori che avevo ragione io».
IL RACCONTO
Tutto partirebbe dal racconto di una commessa intorno ai 30 anni. Sarebbe stata lei ad aver raccontato alla Polaria di aver visto il deputato, in prossimità dello scorso Natale, prendere il profumo di una nota marca al duty free 25 dell’Air Terminal di Fiumicino senza pagarlo. «Era dicembre 2023, prima di Natale, non ricordo bene il giorno», ha raccontato a Repubblica.
«Ho visto il politico entrare nel nostro negozio e l’ho riconosciuto. Poco dopo, con mia sorpresa, ho visto che nascondeva uno Chanel Chance dentro al suo trolley. Ero a disagio ma l’ho avvicinato e gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto. Quella è stata la prima volta, poi sono arrivate le altre due». La stessa scena sarebbe successa infatti il 27 marzo, con Fassino che- secondo il racconto dei testimoni- avrebbe provato ancora a prendere un profumo: «Ero con una collega. Lei ha chiamato la sicurezza, io l’ho seguito mentre andava via. Il profumo lo aveva messo in tasca, sempre uno Chanel Chance». Perché la guardia giurata secondo la versione dei testimoni - non sarebbe riuscita a fermarlo in tempo.
Ora toccherà ai magistrati decidere le prossime mosse. Piero Fassino si è finora dichiarato innocente, sostenendo che sia tutto frutto di equivoco o di malinteso. Non è detto che la vicenda non finisca con una archiviazione, visto il valore del presunto furto. Ora la palla passa ai magistrati.
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