Gennarone, "Meloni bocc***"? Dopo l'insulto, il silenzio di Conte e Schlein
Ti chiami Gennarone, decidi di fare il rapper, credi persino di essere un artista, capita che ti invitino per il concerto sindacale per il primo maggio a Foggia, sei felice come un bimbetto e ti senti in diritto di sparare un insulto vergognoso a Giorgia Meloni. Ovviamente, quella frase davvero brutta («L’Italia sta vivendo l’ombra del fascismo grazie a quella bocc...ara di Giorgia Meloni»), dovrà ingoiarsela tutta perché stavolta vogliamo sperare che nessuno si metta a discutere di una querela che dovrà per forza essere presentata (e ci ha pensato anche una dirigente locale di Fdi). Ma la misura è davvero colma.
Chi ha autorizzato quel cafone a esprimersi in quella maniera di fronte a tutti nei confronti della premier? Quale medaglia gli hanno promesso? E perché né Elly Schlein né Giuseppe Conte hanno pronunciato una sola parola di censura verso un’espressione davvero intollerabile?
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Ha molto più coraggio il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che non le ha mandate a dire: «Massima solidarietà alla Presidente Meloni per l’inqualificabile aggressione verbale subita durante il concerto del Primo Maggio a Foggia. Ferma condanna verso un attacco vergognoso e sessista, che si pone in senso diametralmente opposto rispetto ai modelli, alla cultura e ai valori della Cisl e del sindacato italiano». (...)
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