DiMartedì, Elly Schlein: "L'asticella? Porta jella. Meloni? Sotto al nome niente"
Già, "scrivete Giorgia" ha mandato ai matti la sinistra. Si parla della mossa di Giorgia Meloni, candidata alle Europee, che ha invitato gli elettori a scrivere semplicemente "Giorgia" sulla scheda per esprimere la preferenza, possibilità su cui è arrivato l'ok del Viminale. Una circostanza che come detto ha scatenato le reazioni scomposte dei progressisti, forse spaventati dall'impatto che può avere la mossa in termini di consenso.
E tutta l'agitazione della sinistra emerge dalle parole di Elly Schlein, protagonista di un'intervista a DiMartedì, il programma condotto da Giovanni Floris su La7, la puntata è quella di martedì 30 aprile. La stessa Schlein, bene ricordarlo, che parimenti avrebbe voluto inserire il suo nome nel simbolo Pd, idea però rigettata con veemenza dal partito, che la ha di fatto sfiduciata (per l'ennesima volta). La stessa Schlein, altrettanto bene ricordarlo, che con tutta probabilità gli elettori dem avrebbero potuto indicare semplicemente con Elly, il suo soprannome.
Insomma, per la segretaria dem è piena crisi di nervi. "Mi pare che Meloni abbia spiegato il programma: il programma è lei. Sotto il nome, niente. Non c'è una visione dell'Europa che serve all'Italia e alle persone", tuona a Dimartedì. "L'Importante è cosa va a fare, cosa sta facendo e cosa ha fatto in quest'anno e mezzo. Perché è lì che si tradiscono le persone, anche quelle che l'hanno votata e che non si aspettavano tagli alla spesa pubblica, alle pensioni che bloccasse il salario minimo, opzione donna", ha sparato ad alzo zero.
E ancora, con notevole faccia di bronzo, Elly ha aggiunto: "Il momento di costruire le liste è sempre traumatico, ci sono morti e feriti. Ma non c'è stato niente. C'è stata un discussione certo, ma io sono fiera di guidare un partito dove si discute per davvero, fiera a differenza di Giorgia Meloni di non guidare un partito personale con amici e parenti. Io sono qui per cambiare il Pd e il Paese e non mi fermo".
Ancora una volta, la leader Pd sceglie di non fissare obiettivi per le Europee di giugno. "L'asticella? Porta jella, lo dico sempre. L'unica che mi interessa è quella della partecipazione", ribadisce uno dei refrain che preferisce negli ultimi mesi. Insomma, per lei conta l'affluenza, non il risultato. Curioso. E soprattutto difficile da credere.
Interpellata sul Pd e sui guai che cronicamente scuotono il partito, infine, risponde: "Siamo qui per cambiare questa storia, questo partito e il paese. Non mi fermo per meno di così". Obiettivi, francamente, ambiziosi...