Piero Fassino, sentiti gli addetti di Fiumicino: cosa è successo
Il “caso Fassino” lunedì approderà sul tavolo dei magistrati delle Procura di Civitavecchia. Le toghe del tribunale competente per Fiumicino dovrebbero convocare i dipendenti non solo della sicurezza privata ma anche quelli della società di gestione degli spazi commerciali aeroportuali. Nel dettaglio quelli che risultavano in servizio nei giorni e negli orari in cui il dirigente del Pd transitava in aeroporto. Per il momento non si parla di indagini semmai «dell’assunzione di sommari informazioni». Ma c’è il «fondato sospetto» che si tratti di un atteggiamento “seriale”. Fondamentali saranno le immagini di sicurezza del sistema aeroportuale.
Nello scalo internazionale di Fiumicino sono attive centinaia di telecamere non solo per identificare distratti potenziali clienti ma per garantire alla Polaria, alla Guardia di Finanza, ai Carabinieri, ai nuclei antiterrorismo dei reparti speciali presenti nello scalo un monitoraggio continuo. E un preventivo magazzino immagini del transito passeggeri. Per questioni di sicurezza nazionale - non solo in Italia e non solo negli scali aeroportuali ma anche in stazioni ferroviarie e altri potenziali obiettivi sensibili - sono attivi sistemi di riconoscimento facciale che incrociano tratti somatici con i database di Europol e mezzo mondo.
Le immagini però non vengono cancellate come avviene con quelle di un normale distributori di benzina. La tecnologia biometrica, insieme al software di riconoscimento facciale, è oggi - dopo gli attacchi terroristici diffusi in mezza Europa - uno dei sistemi che grazie all’adozione dell’intelligenza artificiale consente di incrociare miliardi di informazioni in pochi secondi alla declinazione della tecnologia block chain. Ma difficilmente si metterà in moto una macchina tanto sofisticata per passare al setaccio le trasferte di un singolo passeggero frequentatore del duty free.