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Così l'intellettuale organico diventa capo partito

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Che succede? Sono in corso le grandi manovre per gettare sul governo Meloni l’ombra della «dittatura morbida», dipingere Palazzo Chigi come un Giano Bifronte che in Europa è un partner affidabile e pragmatico, mentre in Italia ci dà dentro con la censura, l’occupazione dei media e voilà, ecco a voi Giorgia la Tiranna al potere. È una cosa ridicola, che vede chiunque non sia accecato dall’odio per l’avversario politico, perfino a Bruxelles non riescono a giocare la palla con questa strategia della balla.

Il baro nel saloon lo vedono tutti, mischia le carte come un ubriaco, il gioco è scoperto, come anticipato da Libero: si scrive che in Italia c’è l’allarme democratico e ormai c’è una questione di Stato di diritto (lo ha fatto ieri puntualmente Maurizio Molinari su Repubblica), poi la scena si sposta a Bruxelles dove casualmente c’è sempre un cronista -corrispondente pronto a fare la domanda sul colpo di Stato in corso, si spera in una risposta tosta (e magari la concordo prima) e... ecco il casino che torna in Italia. È lo schema di gioco dell’Internazionale Giornalisti, oliato da decenni di anti-berlusconismo, affilato per fare a pezzetti il governo Meloni. È ben noto a chi fa questo mestiere e l’ha visto in azione stando anche dall’altra parte, uno strumento di lotta politica un tempo guidato dalla sinistra, oggi telecomandato da un centrino di potere che non si rassegna di fronte al risultato delle elezioni politiche (...)

 

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