Piero Fassino: "Avevo il telefono in mano. Sto male”, la versione sul duty free
Piero Fassino non ha ancora visto le immagini che lo inchioderebbero, ma continua a difendersi dall'accusa di aver rubato di un profumo al duty free dell'aeroporto di Fiumicino parlando di un malinteso "che rischia di oscura tutto". “Non ho mai detto di essere al telefono, ho detto che avevo il telefono in mano”, ribadisce a Repubblica l'ultimo segretario dei Ds. Non si dà pace continuando a pensare a quei momenti, prima di prendere il volo per Strasburgo, che gli avrebbero procurato una denuncia per tentato furto. In realtà, ha spiegato il suo avvocato Fulvio Gianaria "il tentato furto è un’ipotesi di reato per cui si procede solo con querela di parte. C’è tempo tre mesi per presentarla. Vedremo cosa succede, al momento non è stato notificato niente. Ci sono però tre mesi di tempo”.
"Perché stavano controllando proprio Fassino". Il furto del profumo, una voce inquietante
Fassino contesta le ricostruzioni della vicenda al duty free e ribadendo ciò che aveva dichiarato a caldo. Nel video, sostiene chi l'ha visto, invece non si vede il cellulare dell'onorevole. Forse parlava con le cuffie? “No", ribadisce Fassino, "non avevo le cuffie nelle orecchie, non le portavo. Ripeto, avevo il telefono in mano. E poi avevo il trolley. È stato un equivoco, un malinteso, non volevo rubare una boccetta di profumo. Pensavo si fosse chiarito tutto”.
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E invece no, con grande sofferenza e ansia da parte dell'ex ministro della giustizia che ora chiede di visionare le immagini che lo inchioderebbero. “Vorrei averle viste io quelle immagini, anzi, spero di vederle presto. Che me le facciano vedere, così chiariamo”, si dispera Fassino anche con gli amici via whatsapp. Non certo perché è uscita la notizia, "su questo non mi lamento e non dò giudizi. Le notizie è giusto darle, non nasconderle, quando si hanno. Io ho la mia versione, poi si vedrà", puntualizza il padre fondatore del Pd. "Spero che però finisca qui, quello che si doveva scrivere si è scritto. È uscito quello che doveva uscire. Ora basta, l’accanimento è un’altra cosa. La cosa mi fa star male". "Sto vivendo giorni di enorme sofferenza...”, ha concluso Fassino.
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