Ilaria Salis, il papà a Roma legge il messaggio per il 25 aprile: "Meglio dei nazisti che la incarcerano"
"Sono orgogliosa che nel mio Paese si ricordi tutti gli anni la cacciata dei nazifascisti grazie alla coraggiosa lotta di partigiani e partigiane". E' il messaggio che Ilaria Salis, in carcere da oltre un anno in Ungheria con l'accusa di aver partecipato al pestaggio di un militante di estrema destra in strada a Budapest, ha inviato alla piazza riunita per celebrare il 25 aprile. Un messaggio letto dal papà della insegnante milanese, Roberto Salis, commosso sul palco dell'Anpi alla manifestazione per la Festa della Liberazione.
"Dalla mia cella ardentemente desidero che il mio paese si mostri tutti i giorni all'altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all'ingiustizia nel mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia. Buon 25 aprile", sono le parole inviate dalla Salis.
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"È bello e giusto essere vicini a una nostra concittadina e alla sua famiglia, che è stata vittima di un trattamento inaccettabile in un paese europeo", la saluta il sindaco Pd della Capitale Roberto Gualtieri, raggiungendo la testa del corteo antifascista e posizionandosi accanto a papà Salis.
"Ilaria era a Budapest per una contromanifestazione nella giornata dell'onore, una giornata in cui i nazisti di Germania, Ungheria, Polonia e altre nazioni si trovano a Budapest per rievocare un gesto eroico nazista. Sono manifestazioni che sarebbero assolutamente proibite. In Ungheria non solo non sono contestate ma sono addirittura finanziate dal governo ungherese con i fondi europei", è il commento di Roberto Salis durante il corteo.
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"Ilaria è stata arrestata in taxi il giorno dopo i fatti di cui è accusata. È stata denudata e lasciata in reggiseno calzini e mutande ed è stata rivestita con degli abiti sporchi e puzzolenti, consegnategli dalla Questura ed è stata lasciata in queste condizioni per 8 giorni, senza avere a disposizioni carta igienica, assorbenti e sapone. Dopo di che è stata portata in un'altra cella dove qualcuno le ha dato una mano ma per altri 35 giorni, è stata in questa cella senza la possibilità di farsi una doccia. L'ambasciata ci ha messo 25 giorni per portarle abiti e una asciugamano per farsi una doccia. Ilaria per sette mesi non ha potuto comunicare con nessuno. Dall'11 febbraio l'ho risentita il 7 settembre. Volevano ottenere da lei una confessione", ha raccontato Salis dal palco.
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Quindi il padre dell'attivista di sinistra ha concluso citando il grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia: "Se si guarda il pozzo dall'alto si vede il sole e la luna. Se si vuole vedere la verità bisogna andare in fondo al pozzo. Ilaria aveva già ben chiaro qual è la situazione, qual è la parte giusta della storia molto meglio di me e di molte persone e sicuramente enormemente meglio dei nazisti che la stanno carcerando in questo modo. Adesso nel pozzo c'è stata abbastanza e bisogna tirarla fuori".