Calenda, Azione nel caos: in 200 aderiscono agli Stati Uniti d'Europa. Paita: "Per loro sarà una slavina"
In vista delle europee, tiene banco l'eterno duello tra Azione e Italia Viva. Anzi, ora fra Azione e gli Stati Uniti d'Europa, la lista che ha visto la fusione di renziani e +Europa di Emma Bonino. Oggi Calenda ha dovuto incassare un duro colpo, con un addio di massa verso il listone europeista. "Rinascimento azionista, associazione di militanti di Azione, ha aderito alla lista Stati uniti d'Europa. Abbiamo molte iscrizioni su tutto il territorio nazionale, siamo un gruppo di circa 200 persone più altre con cui teniamo contatti". Ad annunciarlo è stato il presidente Gianluca Navarrini in una conferenza stampa in Senato con Raffaella Paita, Riccardo Magi, Andrea Marcucci.
Navarrini ha spiegato che, dietro alla decisione dell'imponente blocco di militanti e amministratori di Azione, c'è la decisione di Carlo Calenda di personalizzare sempre di più il partito: "Poche ore fa, con Guido Gentile e Francesco Capone, componenti della Assemblea nazionale di Azione, dopo 5 anni di militanza abbiamo mandato la lettera di dimissioni. È stato impossibile far valere le nostre ragioni, in profondo dissenso e disagio con la direzione assunta da Azione, miope, sbagliata e dannosa per tutti. Azione è una appendice della personalità del suo segretario, come dimostra il nome Calenda nel simbolo, una decisione che lascia sgomenti".
Il campo largo a destra può allargarsi alle riforme
Se Azione si deve leccare le ferite, dall'altro lato esultano i renziani. La capogruppo alla Camera Raffaella Paita ha dichiarato gongolando: "Ho la sensazione che questo sia solo l'inizio e che per Azione sia una slavina. Sul territorio, il non aver contribuito a un disegno collettivo per una proposta dei riformisti per la vita dell'Europa è vissuta come una scelta incomprensibile". Sulla stessa linea Riccardo Magi di +Europa che ha sottolineato lo spirito di servizio dei partiti che hanno deciso di aderire agli Stati Uniti d'Europa: "Noi tutti abbiamo fatto un passo indietro, messo da parte le identità dei partiti, le legittime aspirazioni personali e dei leader perchè siamo partiti da una analisi del contesto politico che è preoccupante e spaventa".
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