Fratoianni, "abbiamo un problema". L'attacco a Incoronata Boccia e al governo
"Giorgia Meloni ha pubblicato sui suoi social il testo del monologo di Antonio Scurati censurato dalla Rai. Peccato che i suoi social non siano il servizio pubblico. Poi ci ha spiegato che non di censura si è trattato ma di una scelta legata al budget. Sarebbe interessante sapere se il risparmio di 1.800 euro al minuto dichiarato dall'azienda sia stato sufficiente a riequilibrare le perdite dovute alla disastrosa gestione di questi mesi".
Nicola Fratoianni entra nel coro di chi grida al tele-regime, e non poteva essere altrimenti. Il deputato di Alleanza Verdi Sinistra e leader della Sinistra italiana non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione né farsi scavalcare dai compagni di centrosinistra, molto attivi fin fa sabato mattina nel lamentare il bavaglio contro lo scrittore che doveva essere presente fisicamente a Che sarà, sabato sera su Rai 3.
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"Come se non bastasse - prosegue il leader di SI - poi ieri sera nella trasmissione di Serena Bortone abbiamo ascoltato le parole incredibili di una vicedirettrice del principale tg della Rai (Incoronata Boccia, ndr) sulla legge 194 seguito da un attacco immotivato e surreale contro Sinistra Italiana e contro una candidata alle elezioni europee di Alleanza Verdi Sinistra". "Mi pare che la situazione della Rai - conclude Fratoianni - sia abbondantemente fuori controllo".
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Quindi, intervenendo a Start su Sky Tg24, ha proseguito nella sua analisi in salsa 25 aprile: "Tutti e tutte dovrebbero dichiararsi antifascisti senza alcun problema, perché dichiararsi antifascisti significa semplicemente dichiararsi costituzionali, repubblicani, perché noi siamo in una Repubblica democratica e libera garantita da una Costituzione grazie agli antifascisti che ci hanno liberato dai fascisti e dai nazisti". "E se nel 2024 occorre discuterne ancora è perché ci sono esponenti di grande peso di questo governo e di questa maggioranza che continuano a non pronunciarla questa parola. Se c'è un ministro come Lollobrigida che dopo aver partecipato all'inaugurazione del mausoleo dedicato al maresciallo Graziani arriva a dire che antifascismo è una parola generica e che ci sono stati troppi morti in nome dell’antifascismo, in questo Paese c'è un problema. Chiedere a chi ricopre cariche pubbliche in Italia di definirsi antifascista a me pare normale, e se qualcuno non lo fa è lui che si pone fuori dalla storia di questo Paese". "Non dico che c'è il fascismo - conclude -, dico solo che c'è un problema anche piuttosto serio se accade che addirittura un monologo di uno scrittore come Antonio Scurati viene tolto da una trasmissione perché è stata una scelta della Rai di carattere aziendale per risparmiare il cachet 'onerosissimo'".