Giuseppe Conte si gioca la calciatrice: "Carolina Morace candidata M5s"
Nel giorno del balletto delle liste per le Europee, con il Pd che si spacca e si dilania sull'ipotesi di inserire il nome di Elly Schlein nel simbolo, ecco che Giuseppe Conte fa capolino a In mezz'ora, il programma della domenica pomeriggio in onda su Rai 3 e condotto da Monica Maggioni, la puntata è quella di oggi, domenica 21 aprile.
Il presunto avvocato del popolo ripete quanto detto poco prima, ossia critica in modo aspro la teorica alleata Schlein per il nome in lista ma soprattutto per essersi candidata. "Ho chiarito da subito che nella nostra comunità non è pensabile che esibisci il tuo nome sulla scheda elettorale e non sei conseguente. Per noi questa è una presa in giro dei cittadini... Confermo che non sarò candidato e non ci sarà il mio nome nel simbolo", afferma tranchant Conte.
Poi, ecco il colpo a sorpresa: annuncia la candidatura di Carolina Morace, ex calciatrice e oggi allenatrice. "Abbiamo delle liste di costruttori di pace, ma non solo. Da Tridico ad Antoci fino a Biggeri, e oggi annuncio anche Carolina Morace: una sportiva e calciatrice che tutti abbiamo ammirato e apprezzato. Ha battuto tantissimi record sportivi, ma a me interessa la persona", ha affermato Conte. Dunque, ha aggiunto: "Non solo bomber, ma anche impegno civico, e poi è stata la prima allenatrice donna di una squadra maschile, la Viterbese, oltre alle lotte contro il gender gap. Ha rotto e squarciato schemi in un campo visto prettamente come maschile", aggiunge l'ex premier.
Poi un'altra sorpresa: ecco che nel simbolo del M5s per le Europee fa capolino l'hastagh #pace. Giuseppi lo mostra in anteprima a In Mezz'Ora, e pontifica: "A conferma che siamo costruttori di pace nel nostro simbolo per le Europee compare l'hashtag Pace", dunque mostra il simbolo in favor di telecamera. "Oggi al ministero dell'Interno si registrano i simboli. Appena finisco l'intervista andrò a presentarlo", ha chiosato.
Una battuta anche sullo strappo a Bari con il Pd. "Bari? Noi appoggiamo quasi sempre candidati Pd, ma in questo caso il nostro era un atto dovuto di fronte a una condizione oggettiva. Non possiamo scendere sotto certi livelli di trasparenza", ha concluso Giuseppe Conte.