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Giorgia Meloni, un "sì" il 28 aprile può valere il 30%: tam-tam in FdI
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Mancano pochi giorni alla chiusura delle liste per le prossime elezioni Europee: fioccano conferme sui candidati, così come sugli "epurati". Da par suo ieri, sabato 20 aprile, Antonio Tajani ha sciolto la riserva e ha confermato che si candiderà come capolista in tutte le circoscrizioni per Forza Italia alle elezioni che si celebreranno il prossimo 8 e 9 giugno. Per Tajani l'unica eccezione è la circoscrizione Isole, dove il primo nome in lista sarà quello di Caterina Chinnici.
E ora, nel centrodestra, con Matteo Salvini che da tempo ha fatto sapere che non sarà candidato per la Lega, l'attenzione si sposta su Giorgia Meloni: alla fine si candiderà oppure no? Per certo c'è che nelle grandi città già fanno capolino i manifesti elettorali per le Europee in cui campeggia il volto del premier. Lo slogan recita: "Con Giorgia l'Italia cambia l'Europa". Insomma, pare più di un indizio. E il fatto che Meloni rifletta sulla candidatura è noto da tempo.
La soluzione del giallo con tutta probabilità arriverà il prossimo 28 aprile a Pescara, dove con vista mare si aprirà la campagna elettorale di Fratelli d'Italia, ovviamente Meloni sarà presente. E a spingere a favore della candidatura della presidente del Consiglio, secondo quanto riporta La Stampa, ci sarebbe anche un sondaggio di Antonio Noto che apre a prospettive clamorose.
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Il punto è che, stando alla rilevazione, con Meloni candidata e capolista FdI potrebbe arrivare a centrare il 30 per cento. Un risultato, nel caso, pazzesco: 4 punti in più rispetto al 26% preso alle politiche di settembre 2022, a conferma del fatto che la popolarità della Meloni è elevatissima, così come il gradimento per quanto fatto dal governo. Inoltre, in via della Scrofa, sede del partito, l'ipotesi di una Meloni capolista, in virtù dell'effetto-traino, permette di compilare le liste senza eccessive preoccupazioni. Già, perché se FdI portasse a casa davvero il 30% di spazio e di scranni ce ne sarebbero in abbondanza.
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