Basilicata al voto, boatos a urne aperte: la sinistra teme il cappotto
Sui social l’ultimo post di Vito Bardi alla vigilia dell’apertura delle urne è per ringraziare la moglie Gisella. Anche in queste settimane di campagna elettorale «è stata straordinaria», scrive il governatore uscente. Oggi in Basilicata si vota e ieri è stato il tradizionale giorno dedicato al silenzio elettorale nella Regione dove il presidente è a caccia del bis. Sarebbe un altro risultato storico, per Bardi, già riuscito nell’impresa, nel 2019, di strappare per la prima volta il territorio lucano al centrosinistra, che guidava le Giunta da 24 anni consecutivi. Venerdì pomeriggio, sul palco di Potenza, l’ex vicecomandante generale della Guardia di Finanza ha ricevuto il sostegno, e l’applauso, di tutti i leader del centrodestra, premier Giorgia Meloni in testa.
IL RUOLO CENTRISTA
E stavolta, rispetto a cinque anni fa, Bardi ha anche due carte in più: il sostegno dell’ex Terzo polo, ovvero di Azione e Italia Viva. Sono così sette le liste che spingono il governatore verso il secondo mandato. A quelle del centrodestra - Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e centristi - si sono unite quella dei calendiani, di “Orgoglio lucano” (dove ci sono i renziani) e dei civici della “Vera Basilicata”. A sfidare Bardi, dopo una querelle che ha visto tramontare - come nelle migliori lotte intestine nel centrosinistra - le candidature di Domenico Lacerenza e Angelo Chiorazzo, sarà Piero Marrese, 43 anni, presidente della provincia di Matera, sostenuto da Pd, M5S e Alleanza Verdi Sinistra. A fare da terzo incomodo, Eustachio Follia, 53 anni, che concorre per Volt, una lista di estrazione europeista e anti-populista. I seggi che aspettano i 567.959 elettori lucani in 682 sezioni - 453 in provincia di Potenza e 229 in quella di Matera- oggi saranno aperti dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15. Oltre al nuovo presidente della Regione, il voto servirà per scegliere l’assemblea regionale, che sarà composta da 20 consiglieri (un seggio spetterà al candidato governatore che si classificherà secondo). Non è consentito il voto disgiunto, mentre è possibile esprimere una doppia preferenza di genere. Un ruolo lo giocherà, come sempre, l’affluenza alle urne.
Vale la pena ricordare che cinque anni fa - quando Bardi vinse con il 42,2% contro il 33,1% dello sfidante di centrosinistra, Carlo Trerotola, e il 20,3% del grillino Antonio Mattia - la partecipazione al voto arrivò al 53,8%, in crescita rispetto al 47,6% del 2013. Il silenzio elettorale impone di non divulgare numeri, ma le dichiarazioni dei leader, e dello stesso Bardi, tradiscono quali siano i rapporti di forza in Basilicata. Venerdì mattina il governatore, uscendo dal riserbo dettato dalla superstizione, si è lasciato andare ai microfoni di Un giorno da pecora, su RaiRadio1, confessando di sentirsi vicino a superare la soglia del 50% dei consensi. E ieri Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, al consiglio nazionale del partito è andato addirittura oltre, auspicando «un plebiscito» per il presidente della Basilicata - che peraltro è un esponente azzurro, difeso con le unghie e con i denti in fase di scelta delle candidature al tavolo della coalizione - in nome dell’affidabilità di una coalizione mai così larga. «Bardi in Basilicata è sostenuto anche da altre forze centriste che fanno parte del centrosinistra, non perché abbiamo fatto accordi sottobanco, ma perché ha lavorato bene e il suo programma è credibile», ha aggiunto il ministro degli Esteri.
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DEM IN PANNE
Viceversa nel “campo largo” si avverte una leggera inquietudine. Elly Schlein, la segretaria del Pd, dopo la vittoria in Sardegna aveva acceso i fari anche sulla Lucania, ma sul territorio si è vista solo in extremis, giovedì scorso. É il cono d’ombra poco a poco fatto calare dai dem sulla contesa, più che i numeri dei sondaggi, a mostrare quanto il fronte progressista creda poco alla vittoria. Una “fotografia” che si coglie anche nelle parole di ieri di Giuseppe Conte. «Sono stato in Basilicata, c’è un clima di gran recupero. Siamo partiti un po’ in ritardo, è stato un po’ laborioso elaborare un progetto politico serio e credibile...», ha ammesso il leader del M5S dalla festa dei pentastellati piemontesi a Settimo Torinese. «Speriamo che i cittadini lucani vogliano cambiare pagina», ha poi aggiunto non troppo convinto.
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