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Ilaria Salis, il padre Roberto con l'Anpi il 25 Aprile

Brunella Bolloli
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Come si cambia per non morire, canta Fiorella Mannoia in un brano del 1984 che è sempre attuale e sembra fatto apposta per Roberto Salis. Il padre di Ilaria era liberale, si era pure candidato alle elezioni, voleva fermare il declino come recita il nome del partito in cui militava, e adesso invece lo ritroviamo sul palco dell’Anpi o ai comizi con Bonelli e Fratoianni. Da una parte lo comprendiamo: se la figlia, detenuta in Ungheria, è in corsa con chi ha candidato Soumahoro, pure lui deve adeguarsi e prendere confidenza con una fazione che in passato è stata lontana da lui anni luce. Salis non l’ha mai nascosto, anche sfogandosi con noi di Libero a febbraio: «Con Ilaria politicamente la pensiamo all’opposto, abbiamo sempre discusso di questo», ha detto, «possiamo litigare anche due ore di fila, ma poi ci diamo un bacio». Fatta eccezione per una breve esperienza barricadera con i Cobas, nel 2009, non si registrano altre incursioni nella sinistra di questo manager che twittava a favore del capitalismo e della flat tax, che apprezzava il progetto del Ponte sullo Stretto e meno i fondi pubblici al film della Cortellesi.

Che solidarizzava con Elon Musk e stroncava il salario minimo e il politically correct che uccide l’autonomia di pensiero. Sul suo profilo avevamo rintracciato perfino dei post a favore del presidente ungherese Viktor Orbàn quando il leader grillino Conte attaccava Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per i Cinquestelle amici dell’illiberale despota magiaro. Non siamo qui a dare lezioni di coerenza a questo padre che da oltre 13 mesi si batte per riportare in Italia una figlia che ha idee politiche diverse dalle sue, ma registriamo che questa storia della candidatura alle Europee di Ilaria deve avergli preso un po’ la mano, visto che ora non manca mai a un invito fatto dai compagni e forse lo vedremo sfilare tra le bandiere rosse e i cori di Bella ciao. Il 25 aprile sarà a Roma sul palco dell’Associazione nazionale partigiani.

 

 

Lo ha annunciato con orgoglio la presidente provinciale dell’Anpi, Marina Pierlorenzi, spiegando che quello di giovedì sarà un grande corteo che arriverà fino a Porta San Paolo dove «si alterneranno sul palco giovani donne e uomini del mondo del lavoro, dello studio, del volontariato, in un collegamento ideale e forte con le partigiane e i partigiani, le associazioni della Resistenza». Salis sarà insieme ai compagni su quel palco e in quella piazza «plurale, inclusiva e antifascista». E a ben guardare non è neanche la prima volta. Già il 5 marzo alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Roma Tre c’è stato un incontro pubblico con il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo e Roberto Salis sul tema “Diritti senza confini” e interventi di studentesse e studenti e rappresentanti del mondo politico e sociale.

Poi, visto che la campagna elettorale per le Europee è ufficialmente cominciata e Ilaria è in carcere a Budapest, ci pensa papà a farla per lei. Infatti la prossima settimana Roberto Salis sarà a Strasburgo in occasione della sessione plenaria, accompagnato da Ignazio Marino, l’ex sindaco di Roma che militava nel Partito democratico, ma ha deciso di rompere con i dem e di accettare la candidatura con Alleanza Verdi e Sinistra, cioè la coalizione di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni per cui è in lista Ilaria. Ne ha dato notizia Simon Mc Keagney, portavoce del gruppo dei Verdi-Ale, durante il briefing pre-plenaria a Bruxelles lanciando bordate al regime ungherese: «Stiamo con i nostri alleati della Sinistra italiana contro gli autocrati come Orbàn e contro questi metodi di detenzione barbari», ha aggiunto il portavoce del gruppo The Left David Lundy. La candidatura di Ilaria Salis con Avs ha spiazzato il Pd di Elly Schlein. Diversi dirigenti dem, tra cui Nicola Zingaretti, avevano spinto la segretaria verso la candidatura della 39enne insegnante antifascista, ma dopo un colloquio al Nazareno, l’intesa tra Pd e papà Salis era sfumata.

 

 

Il perché l’ha spiegato ieri lui stesso a Rete4: «Da quando è iniziato il caso di mia figlia, sono andato con il cappello in mano per risolvere la situazione, ho trovato chi mi ha ignorato, chi mi ha sbattuto la porta in faccia, chi ha mostrato solidarietà e chi si è detto disponibile a dare una mano per aiutarci, in questo modo si sono dichiarati a dare una mano sia il Pd che Avs e prima ancora il gruppo di Santoro, poi la decisione di candidarsi con Avs alle Europee è maturata da parte di Ilaria sulla base del suo trascorso politico», ha detto a “Prima di Domani”. Aggiungendo: «Mia figlia decide da sola, non c’è nessuno che può interferire sulle sue convinzioni. Sa benissimo che con Avs non è garantita l’elezione, ma non ha paura di lottare per ottenere quello che è giusto. Io come padre avrei preferito si formalizzasse con il Pd perché più sicura, ma mia figlia ha fatto le sue scelte, sono coerenti con il suo trascorso politico e io la difendo a spada tratta». Quando sarà il prossimo incontro tra i due? «Il 22 maggio. L’udienza è fissata per il 24 maggio, andremo prima a trovarla in carcere per un’ora come è consentito ogni mese».

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