Meloni a Tunisi, i tre accordi con Saied: "Insieme contro gli schiavisti del terzo millennio"
È durata poco più di quattro ore la quarta visita in Tunisia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, accompagnata dai ministri Matteo Piantedosi e Anna Maria Bernini, e dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. "Il rapporto strategico molto importante con la Tunisia è una delle massime priorità dell’Italia", ha detto la premier dopo l’incontro con il capo dello Stato tunisino, Kaies Saied, al palazzo di Cartagine, dove sono stati firmati tre accordi: un sostegno diretto al bilancio dello Stato tunisino per l’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, una linea di credito a favore delle piccole e medie imprese tunisine e un protocollo d’intesa per rafforzare la cooperazione scientifica.
L’Italia, quindi, continua a dare il suo sostegno alla Tunisia con cui abbiamo storicamente relazioni di amicizia fondamentali per la stabilità del Mediterraneo.
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"Sappiamo che la Tunisia non può diventare il Paese in cui rimandare i migranti provenienti dal resto d’Europa. Su questo dobbiamo rafforzare la cooperazione. Vogliamo coinvolgere le organizzazioni internazionali e lavorare sui rimpatri", ha spiegato la presidente del Consiglio.
Un riferimento, quest’ultimo, al nuovo regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, ratificato dal Parlamento europeo il 10 aprile, che introduce norme più severe per i richiedenti asilo ed espulsioni più facili verso i paesi terzi da cui partono più spesso per raggiungere l’Europa, Tunisia inclusa. Al riguardo, è opportuno segnalare che il presidente Saied ha dichiarato lunedì sera, durante una riunione del Consiglio nazionale di sicurezza, che "la Tunisia non si piegherà alla volontà di coloro che vogliono farne un luogo di rifugio per i migranti subsahariani, né di transito, né di insediamento".
La Meloni ha evidenziato che l’Italia vuole lavorare "soprattutto sui flussi regolari" e il decreto flussi prevede l’ingresso di 12 mila tunisini formati che potranno "venire legalmente in Italia". "Credo che si possa fare sul fronte della migrazione legale molto di più da parte dell’Italia", ha aggiunto.
A tal riguardo è opportuno sottolineare il recente successo di un progetto pilota per la formazione di una quarantina di lavoratori tunisini "extra" decreto flussi. Per rispondere ai bisogni di manodopera italiani e a quelli di impiego tunisini, infatti, 38 giovani tunisini hanno seguito una formazione in Tunisia e saranno assunti in Italia nelle imprese edili attive su cantieri con fondi del Pnrr. Un progetto più ampio, che ambisce a portare in Italia duemila lavoratori tunisini nell’arco di 36 mesi, è alle prime fasi e beneficerà di finanziamenti dell’Unione europea.
È fondamentale che Italia e Tunisia lavorino insieme "per combattere gli schiavisti del terzo millennio, le organizzazioni della mafia che pensano di poter sfruttare legittime aspirazioni di chi vorrebbe una vita migliore per fare soldi facili", ha detto ancora Meloni, ringraziando le autorità tunisine "per il lavoro che insieme cerchiamo di portare avanti contro i trafficanti di esseri umani".
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Il rapporto tra Italia e Tunisia "si basa su un approccio completamente nuovo, da pari a pari che muove del reciproco interesse", ha aggiunto la presidente del Consiglio.
Continua dunque il dialogo con Saied sui principali ambiti di cooperazione bilaterale: attuazione del Piano Mattei per l’Africa, cooperazione in materia migratoria e processo di Roma, cooperazione energetica ed economica. L’Italia è oggi il primo fornitore commerciale della Tunisia, un primato che dura da diversi anni. Stando alle tabelle dall’Istituto nazionale di statistica (Ins) tunisino ottenute da "Nova", l’export del "Made in Italy" nel Paese nordafricano è stato pari a 1,376 miliardi di dinari (corrispondenti a circa 411 milioni di euro) nel primo bimestre dell’anno in corso, in calo del 12,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma sempre davanti agli altri Paesi competitor.
Le importazioni dalla Tunisia dell’Italia sono ammontate a 1,965 miliardi di dinari tunisini (590 milioni di euro circa), in aumento del 9,3 per cento rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno. Il saldo della bilancia commerciale è quindi di 590 milioni di dinari tunisini (corrispondenti a 176 milioni di euro) a favore della Tunisia. Questi dati confermano un trend consolidato anche nel 2023: Roma sta aiutando Tunisi a superare le sue difficoltà economiche e finanziarie senza perdere la sua posizione di mercato.