Di Maio, la stoccata di Renzi: "Iran o Israele, ma chi volete che lo ascolti?
"Con tutto il rispetto per lui, chi volete che segua quello che dice?". Intervistato da Sky, Matteo Renzi non va per il sottile su Luigi Di Maio, inviato speciale per l'Unione europea nel Golfo persico.
Una nomina (politica) che ai tempi aveva fatto storcere il naso a molto ma che oggi, nella drammaticità della situazione che dal 7 ottobre scorso sta coinvolgendo tutto il Medio Oriente, sembra evidenziare tutte le inevitabili carenze dell'ex ministro degli Esteri italiano. Non basta, infatti, qualche anno di esperienza alla Farnesina per proporsi come mediatore credibile in uno scenario così infuocato.
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"Quando è partita l’aggressione criminale di Putin all’Ucraina – ricorda l'ex premier e leader di Italia Viva –, abbiamo detto che era giusto mandare le armi e sanzionare la Russia, ma contemporaneamente l’Europa doveva fare un inviato speciale, e io proposi Merkel e Blair, per parlare con Putin e Zelensky per chiudere la partita. Lo stesso - conclude Renzi - vale in Medio Oriente, dove l’inviato speciale dell’Unione europea è Luigi Di Maio: con tutto il rispetto per lui, chi volete che segua quello che dice lui? Bisogna mandare qualcuno che conosce il mondo arabo, quello israeliano e gli americani. In questo scenario l’esercito europeo, l’elezione diretta del presidente della Commissione europea e il superamento del diritto di veto, questa sono le cose che servono".
Chi ascolterà Di Maio, dunque? Per il momento, i telespettatori di L'aria che tira, su La7. David Parenzo infatti si è collegato proprio con Di Maio per parlare dell'attacco iraniano a Israele, e l'inviato Ue ha regalato perle di saggezza piuttosto telefonate. "Sicuramente si materializzano i peggiori incubi di Israele", esordisce. "Questo attacco dell'Iran, che per il 99% è stato intercettato, quindi sono stati abbattuti oltre 300 droni e missili, ha dimostrato che non c'è una narrativa dell'Occidente contro il resto del mondo. Tutti gli interventi dei Paesi che hanno difeso il proprio spazio aereo, come la Giordania, hanno contribuito a evitare il peggio".
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E ancora: "Basta un episodio per infiammare tutto, lavoriamo alla soluzione a due Stati", spiega riguardo la Palestina. "Veniamo da una stagione positiva del Medio Oriente, si stava costruendo un'infrastruttura di dialogo regionale, tra Qatar e Arabia Saudita. Dobbiamo partire da un 'cessate il fuoco' sostenibile a Gaza però con la promessa che poi non ci dimentichiamo della soluzione a due Stati il giorno dopo". Conclusione con una bella immagine: "L'attacco dell'Iran poteva essere come l'attentato di Sarajevo del 1914", quello che formalmente ha scatenato la Prima guerra mondiale. "Gli Stati membri dell'Ue sono stati chiari nel condannare un attacco completamente sproporzionato. Il fatto che tutti insieme abbiamo difeso Israele quella notte ci permette di avere la credibilità per rivolgere a Israele un appello alla moderazione rispetto alla risposta". Considerato che né Iran né Israele sembrano intenzionati ad ascoltare Usa e Biden, resta da sperare che vogliano farlo con Bruxelles. E soprattutto Di Maio.
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