Elly Schlein, il "codice del candidato perfetto": la mossa disperata
Il Pd sperando di uscire bene dalle vicende dei voti comprati a Bari e Torino, sta pensando di applicare un codice di autoregolamentazione in Campania, ma estendibile a tutti i candidati dei prossimi appuntamenti elettorali. E quindi, tanto per cominciare, i candidati amici di De Luca dovranno presentare a Franco Roberti il certificato penale, cosa che la legge in realtà già prevede per tutti candidati. Dimenticando che il problema il Pd lo ha avuto con quelli già eletti. Con loro che facciamo?
Elly Schlein per sminuire il sistema Puglia a un solo Comune ha detto che «i fatti di Triggiano sono gravi», dimenticando che per gli inquirenti i voti erano stati comprati 50 euro anche per l’elezione al Comune a favore di Decaro, e alla Regione a favore di Emiliano. E invece la stessa Schlein sul palco ha ringraziato Decaro ed Emiliano «per aver strappato vecchie abitudini e privilegi e contrastato consorterie e interessi sbagliati». Eppure Maurodinoia era indagata, e si sapeva, già dal 2015, quando durante la candidatura con Emiliano venne fuori l’esistenza di un tariffario per retribuire rappresentanti di lista e procacciatori di preferenze. Da allora Emiliano e Decaro l’hanno candidata altre tre volte, fino al Parlamento, e con nuove indagini. E se la difendevano in nome della presunzione d’innocenza, perchè ora l’hanno fatta dimettere? Solo perchè il fatto è divenuto di interesse nazionale? Perchè fanno finta di cadere dal pero, quando conoscevano il metodo Maurodinoia da anni?
Anche l’inchiesta su Triggiano era conosciuta dal 2021, e all’epoca Maurodinoia disse: «Io non mi occupo più di quella lista Sud al centro, avendo da diverso tempo aderito al Pd». Schlein prima di ringraziare Decaro ed Emiliano ha detto anche «aiutateci a individuare e isolare i trasformisti e chi compra i voti». L’aiutiamo noi: l’attuale assessore regionale alla salute nominato da Emiliano, Rocco Palese, era candidato governatore contro Vendola, lo fa dimettere? Anche l’assessore regionale allo sviluppo Delli Noci ha sempre militato nel centrodestra. Tutta la lista civica di Emiliano, che esprime assessori e consiglieri regionali ed è presente in tutti i consigli comunali, è interamente formata da uomini di centrodestra trasmigrati con Emiliano, a partire dal coordinatore Boccardi ex senatore di Forza Italia, e Pasquale Di Rella, ex candidato sindaco del centrodestra contro Decaro. Che fa Schlein chiede a Emiliano, Decaro e Pd di rinunciare all’appoggio di questa lista “trasformista per statuto” e di farla uscire da tutti i consigli (a partire da quello regionale) in cui è in maggioranza col Pd?
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E lo sa Schlein chi è il presidente di Adisu Puglia, l’agenzia regionale per gli studenti? Alessandro Cataldo. Non il marito arrestato dell’assessore regionale del Pd, ma suo cugino omonimo. Già quando fu nominato nel 2015, era un semplice commercialista di Triggiano, studenti e partiti protestarono per la sua incompetenza considerandola la “cambiale”, che Emiliano diede a Maurodinoia in cambio del suo appoggio. Anche su Adisu è stata aperta un’inchiesta a ridosso delle Regionali. Per assunzioni di diversi parenti e militanti della lista di Cataldo. Maurodinoia, il dg Adisu, le esaminatrici dei concorsi, erano tutti dirigenti dell’università Pegaso, che a Bari faceva riferimento a Sandrino Cataldo. E da lì provenivano elettori della lista e assunti Adisu. Oggi Cataldo è ancora presidente Adisu. Schlein chiede a Emiliano di farlo dimettere, o facciamo prima e chiediamo al Pd di uscire dalla maggioranza del sistema Emiliano? Come si può dire di voler far fuori i cacicchi, e poi sostenerli come sta facendo Schlein? Sa che nel Pd Puglia c’è un consigliere regionale condannato in via definitiva per corruzione elettorale? Alle ultime Politiche il Pd ha eletto nel listino bloccato il capo di gabinetto di Emiliano, Claudio Stefanazzi, che nel frattempo è stato condannato per finanziamento illecito proprio per una campagna elettorale di Emiliano. E siede in Parlamento. Ora tocca al capo di gabinetto di Decaro.
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