Salva-casa, il piano di Salvini: tutte le irregolarità che si potranno sanare
Il piano casa di Matteo Salvini "non è un condono, perché riguarda difformità interne", precisa il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ai microfoni di Rtl 102.5. "Voglio chiarire che queste proposte su cui stiamo lavorando le abbiamo elaborate con gli ingegneri, con gli architetti, con i notai, con gli agenti immobiliari, con i sindacati. Riguardano tutto quello che è dentro le abitazioni, ovviamente non c’è nessun premio per chi ha la villa abusiva in zona sismica o in riva al fiume", aggiunge.
"Si parla di difformità interne che spesso bloccano la vendita o l’acquisto di una casa, come una piantina difforme o una finestra posizionata male, che riguardano, secondo le stime degli ingegneri, quasi l’80% delle case degli italiani normalissimi, quindi non la villa in Sardegna. Il ragionamento che abbiamo fatto è che piuttosto che abbattere, si va in comune, si paga ciò che si deve e si torna a poter vendere e acquistare, dal momento che si tratta di questioni interne che non creano problemi urbanistici o ambientali", conclude.
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Quindi se la finestra diventa più grande non sarà considerata una violazione ma una correzione legittima. Nel testo, riporta La Repubblica, c'è la "sostituzione del principio del silenzio-rigetto con quello del silenzio-assenso per il permesso a costruire in sanatoria. I termini si estendono, da 60 a 120 giorni, ma a cambiare è la natura del silenzio, che 'agevola' le autorizzazioni", si legge.
Per quanto riguarda "muri interni ed esterni, porte, finestre, ma anche gli errori progettuali corretti durante i lavori", essi "rientreranno nella cosiddetta disciplina sulle tolleranze costruttive. Fino a una percentuale che varia dal 2% all’8%, inversamente proporzionale alla grandezza dell’abitazione (al 2% sopra i 500 metri quadri e all’8% entro i 100), tutto quello che sfora, rispetto al titolo abitativo, in termini di altezza, distacchi, cubatura, superficie e 'ogni altro parametro edilizio' non sarà ritenuto un abuso".
Gli interventi che saranno sanati sono quelli per "difformità di natura formale". "Sono quelle 'legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile'". Per esempio, "le differenze tra quanto riportato nel progetto di costruzione e lo stato effettivo dell’immobile al termine dei lavori. A essere 'perdonate' saranno anche le difformità edilizie interne: riguardano una singola abitazione che ha subito 'interventi spesso stratificati nel tempo' senza un’autorizzazione formale o una segnalazione".
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A oggi è difficile comprovare lo stato legittimo dello stesso immobile. "In questo caso si parla di una porta aperta dove prima c’era solo un muro, un tramezzo spostato. Infine ci sono le difformità che potevano essere sanate quando l’intervento è stato realizzato, ma non oggi a causa della cosiddetta disciplina della 'doppia conforme' che richiede la conformità alla disciplina edilizia vigente sia al momento di realizzazione dell’intervento che alla richiesta del titolo abitativo".
Lo stato legittimo dell’immobile, inoltre, "potrà essere comprovato anche con un permesso a costruire in sanatoria o con il pagamento delle sanzioni previste per la regolarizzazione della ristrutturazione edilizia 'in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire'". Per gli immobili in zone sismiche o sotto tutela ambientale, paesaggistica e storico-culturale, "le deroghe saranno concesse 'a condizione che siano acquisiti gli atti di assenso dell’autorità competente'", si conclude.