Giuseppe Conte, lo scacco matto a Elly Schlein: "Via cacicchi e capibastone". La segretaria dem all'angolo
"Io dico solo questo: dire che io, il Movimento 5 stelle, favoriamo la destra è un ragionamento malato e viziato. Forse sono gli scandali della politica, quando ci sono, che favoriscono la destra". Nel fu campo largo è ormai guerra aperta. Giuseppe Conte, dopo gli scandali che hanno colpito il Pd in Puglia, è tornato a colpire duro contro gli alleati dem. O meglio, ex alleati. Perché Pd e M5S, nelle prossime competizioni, andranno divisi. A reggere è soltanto l'accordo in extremis trovato sulla Basilicata, dopo il balletto tra Lacerenza, Chiorazzo e Marrese. Da lì in avanti, è franato tutto.
In Piemonte non ci sarà il campo largo, così come alle comunali di Bari. È stato proprio Giuseppe Conte ad annunciare la rinuncia del Movimento a correre con i dem, dopo lo scandalo dei voti comprati dall'assessore Anita Maurodinoia. Secondo il leader pentastellato, con la sinistra già in crisi per il caso Decaro e le ombre sui rapporti del sindaco di Bari ed Emiliano coi boss locali, questa è stata la pietra tombale. Ma a chi imputa al leader 5 Stelle di aver strappato senza avvertire nessuno, lui replica: "Non è vero che quando abbiamo annunciato non ho avvertito Schlein. L'ho sentita 20 minuti prima e ci sono stato venti minuti al telefono".
Certo, il giudizio nei confronti della segretaria è impietoso, così come quello sulle sue parole dopo la rottura del campo largo: "Io ieri sono rimasto dispiaciuto perché ho visto una Elly Schlein che ha letto uno spartito che non so se condivide davvero o no. Uno spartito che in quel contesto suonava stridente e non adeguato. Cosa vuol dire che il Movimento non mantiene la parola? Io le avevo detto prima che se ci fossero state altre inchieste non potevamo rimanere indifferenti. Lei lo sapeva" ha detto l'ex premier grillino ad Accordi & Disaccordi sul canale Nove.
Una frattura con il Pd che si è consumata a colpi di frecciate e veleni e che sta assumendo sempre di più i contorni di una guerra fratricida. "Se lei volesse mantener fede all'impegno preso a marzo del 2023 quando fu acclarata segretario del partito democratico al grido di 'libererò il partito democratico da 'capibastone' e 'cacicchi' lei troverebbe in me il più grande partner" ha continuato Conte.
Il leader del Movimento non ci sta a passare come colui che ha disfatto l'alleanza con il Pd, facilitando la vittoria della coalizione del premier Meloni. Ecco quindi che, per tentare di posizionarsi come guida della sinistra, ha attaccato il centrodestra: "Fermo restando che la destra non deve parlare, non deve neppure alzare la testa. Non sto dicendo che un ministro dell'Interno non debba fare un percorso, applicando le norme. Sto dicendo che quella immagine di segretari, membri di governo che si presentano a fare una pressione ... non portano 'acqua' a quello che potrebbe essere a quel percorso che lei (Paolo Mieli ndr.) giudica legittimo".