Cateno De Luca, il circo della politica: ecco la sua lista con 17 simboli
Ormai gli mancano solo la donna barbuta, i gemelli del Siam, la sirena delle Fiji, il mangiatore di spade, i nani e le ballerine (anzi no, i nani e le ballerine già ci sono). Ma, insomma, manca ancora una buona parte del freak show italico; ma confidiamo nei prossimi arruolamenti. Rullo di tamburi, musichetta da clown, cavallerizzi sullo sfondo. È nel solco, e col piglio entusiasta d’un Phineas T. Barnum l’inventore dei fenomeni da circo, che l’ineffabile Cateno De Luca ha finalmente presentato la sua lista-matrioska per le elezioni Europee. Con ben 17 simboli strizzati nel suo interno. Il contrassegno del suo Fronte della Libertà è oramai una pregevole opera grafica ispirata alla tecnica pittorica del “puntinismo” (e anche del putinismo, visti i soggetti). Come Barnum, l’ex sindaco di Messina ritiene che «l’arte più nobile è quella di rendere gli altri felici», e lui gli altri, in effetti, li rende felici, attraverso una candidatura pittoresca per un posto in Europa da 15mila euro al mese.
MISSIONE FELICITÀ E felici roteano tutti quei simboli ingiustamente refusés, sia attorno alla parola “Libertà” impressa su campo azzurro – che fa molto Forza Italia - sia in mezzo a un’accozzaglia d’ideologie contrapposte. Sempre nel cerchione di lista, in alto, di dimensioni maggiori rispetto agli altri, s’erge il simbolo di Sud chiama nord, il movimento dell’ex sindaco di Messina oggi di Taormina; ma sotto, di dimensioni microscopiche ecco svettare il Grande Nord formazione fondata dall’ex leghista Roberto Bernardelli (ma 24 ore prima, al suo posto nel contrassegno, vagava il Partito popolare del Nord – autonomia e libertà, dall’ex ministro leghista della Giustizia Roberto Castelli). Sempre dal Settentrione arriva il Popolo veneto dell’ex deputato della Liga Veneta Vito Comencini che porta con sè, come simbolo, il Leone di San Marco ma, evidentemente, non il suo storico disamore per i “terroni” («El leòn magna el teròn», era il vecchio slogan anni 90). Più in basso, si piazza il Movimento per l’Italexit, roba molto no vax e anti Ue, ma senza il suo fondatore, il senatore (già eletto con i 5 stelle) Gianluigi Paragone. Poi ecco passare i Civici in movimento dell’ex sindaco di Amatrice Pirozzi, che fece perdere alle Regionali il centrodestra e che vagò di partito in partito alla dolorosa ricerca di un punto d’appoggio. Che il punto d’appoggio, oddi, sia De Luca non è il massimo dell’affidabilità.
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Ecco apparire anche il Partito moderato d’Italia, fondato Paolo Silvagni, soprannominato «Mr. Valleverde» in quanto titolare dell’omonima azienda di scarpe. Tocca poi a Insieme liberi – Uscita il gruppuscolo per la libertà vaccinale partorito da Marcello De Vito, ex presidente dell’assemblea capitolina per il M5S, poi in Forza Italia. Ecco palesarsi, inoltre, la mitica Sara Cunial, ex deputata espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle (con il quale era stata eletta nel 2018) per via delle sue posizioni antiscientifiche. Chiudono il quadro il movimento Noi agricoltori e l’immarcescibile Partito dei pensionati. Appaiono anche, in un angolino in fondo al manifesto, il Popolo della Famiglia del templare cattolico Mario Adinolfi; e, da solo, perfino l’ex ufficiale dei Ros, Sergio De Caprio, l’uomo che arrestò Riina che qui si espone col suo nome di battaglia “Capitano Ultimo” e che porta ancora la maschera di sicurezza nonostante sia da un pezzo in pensione.
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Insomma, Cateno De Luca, l’uomo che esordì in politica nudo in coppola, vestito della sola bandiera della Trinacria; il siciliano che voleva accendere la rivoluzione nella sua terra candidandosi a Monza; il deputato morto e risorto innumervoli volte, oggi più che una lista presenta una macchia di Rorschach elettorale. Qualcuno la giudica, dato la varietà politica in essa contenuta, una rara forma di democrazia. Qualcun altro rietiene che l’idea di «candidare cani e porci» possa non assicurare una vittoria algebrica. «A giugno saremo noi il vero Terzo Polo: il 4% lo abbiamo già in tasca», annuncia “Scateno” De Luca, sotto il tendone delle sue buone intenzioni. Lo spettacolo deve continuare. E, ancora una volta, il nostro Barnum si prepara al più grande spettacolo del mondo...
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