Bari, le primarie Pd-M5s: al voto in hotel con il timore delle infiltrazioni
Venerdì sera Elly Schlein sarà a Bari accanto a Decaro ed Emiliano, come nulla fosse successo. Del resto l’unico commento del segretario Pd al racconto dei due a casa della sorella del boss è stato: «Io non l’avrei detto». Una sorta di “si fa ma non si dice”. Ora viene a Bari per sostenere alle primarie Vito Leccese, il candidato sindaco scelto dai due cacicchi. In realtà Schlein in un primo momento aveva negato la sua presenza, spedendo Debora Serracchiani per la missione barese. Ma l’annunciata presenza di Conte giovedì a sostegno dell’altro candidato, Michele Laforgia, l’ha costretta a non lasciare il campo libero.
Le primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra a Bari si terranno domenica prossima. Non nei gazebo, ma in prestigiosi hotel della città. «Alle primarie a Bari decidono i clan»: lo aveva detto qualche mese fa proprio Michele Laforgia, auto candidato sindaco di Bari. «Tante volte sono stato davanti ai seggi a vigilare, non ho visto mai nulla di anomalo», gli aveva risposto Michele Emiliano, con il solito fare da sceriffo. Del resto anche Decaro nel suo tentativo di smentire le parole del governatore sulla visita a casa della sorella del boss, aveva detto che Emiliano le aveva parlato «col suo modo di fare da magistrato antimafia». Qualunque cosa voglia dire.
Figlio di un ex sindaco, e candidato al parlamento senza successo per Liberi e Uguali, Michele Laforgia è l’avvocato penalista dei colletti bianchi di Bari, tra cui quasi tutti gli uomini di Emiliano finiti sotto indagine. E tra questi Mario Lerario, il braccio destro del governatore alla protezione civile, condannato per le tangenti sugli appalti in emergenza covid e gestione migranti. Ma Laforgia è inviso al Pd, che non ha apprezzato la sua candidatura, e ha imposto le primarie. Che però i 5Stelle, che appoggiano Laforgia, non hanno mai fatto e non volevano fare. Mentre il Pd aveva in un primo momento tre candidati interni: due assessori comunali e un parlamentare ed ex segretario regionale Marco Lacarra. Ma Decaro ha imposto il suo uomo di fiducia: Vito Leccese. Gia parlamentare Verde, e suo capo di gabinetto. Sostenuto anche dal Pd, e da Michele Emiliano. Mentre dall’altra parte a favore di Laforgia ci sono insieme in una strana alleanza sia i 5 stelle che Italia Viva.
Dal Veneto alla Sicilia: così il Pd ha usato la mafia per infangare la destra
Oltre che i Vendoliani e pezzi della Bari al caviale. Partiti che non si sopportano l’uno con l’altro. Laforgia è stato costretto ad accettare le primarie, per non rompere la coalizione. In effetti suonava strano che proprio il candidato di Vendola, divenuto governatore per aver vinto per due volte le primarie contro Ciccio Boccia, ora le rifiutava perché controllate dai clan. Eppure anche di primarie si parla nelle carte dell’ultima maxi inchiesta. Per questo i due apparati hanno litigato. E al tavolo delle regole c’era seduto anche Pasquale Di Rella, che alle amministrative era il candidato del centrodestra contro Decaro, e ora sta con Emiliano. Laforgia, per paura di infiltrazioni, ha chiesto regole serrate: la pre registrazione, un solo gazebo e controllo dei partecipanti. Mentre il Pd vuole allargarsi. E alla fine ha avuto la meglio, con il compromesso degli hotel, che consente di stare sotto le telecamere per registrare eventuali “ingressi anomali”.