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Pd, sfilata contro il governo: aderisce al 25 aprile anti-Giorgia

Francesco Storace
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C’è davvero da chiedersi in che anno siamo. Perché si insiste con una lettura di partito legata al 25 aprile, la famosa “memoria condivisa” gettata alle ortiche per ragioni di propaganda politica. Il prossimo 25 aprile sarà l’occasione per ricominciare a urlare contro il governo Meloni, questa volta dalla piazza milanese. L’iniziativa è stata lanciata da Il Manifesto e c’è qualche coincidenza curiosa, diciamo. Anzitutto la ricorrenza cade nel bel mezzo delle operazioni elettorali legate alla presentazione delle liste per le europee. Coincidenza vuole che prima del 25 aprile – il 21 e il 22 – si depositino al Viminale i simboli dei partiti che vogliono competere. E dopo il 25 aprile –il 30 e il primo maggio – le liste vere e proprie.

In mezzo slogan e urla contro Palazzo Chigi. C’è da scommetterci, visto il clima. Di più. A conferma del pretesto elettorale, ci sono proprio le date. Sarà il prossimo anno l’ottantesimo del 25 aprile, stavolta si mobilitano per il 79mo... C’è il barbatrucco: sfogliando nel calendario hanno trovato il 25 aprile del 1994, a vittoria di Berlusconi appena avvenuta, e quindi si va in piazza nel trentennale della prima sonata elettorale. Ma si può?

 

 

 

UNICO BERSAGLIO

Fotografia migliore di quella tratteggiata dal deputato europeo di Fdi Carlo Fidanza su Facebook non potrebbe esserci: «Ormai non si nascondono neanche più: la sinistra non vede l’ora del 25 aprile per radunare in piazza di tutto e di più e attaccare la destra di governo. Lo confermano le parole di Beppe Sala, che ha ormai abbandonato Milano al degrado ma continua a dare lezioni a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni. Sindaco, pensi ai suoi cittadini costretti a vivere nel degrado e nell’insicurezza». Infatti, Sala è tutto contento.

La manifestazione nasce appunto dal Manifesto, il cui appello è stato raccolto da un po’ di deputati europei (mica nazionali, mica senatori...) a caccia di preferenze. Il primo firmatario è Massimiliamo Smeriglio, in corsa con Avs, poi una serie di piddini e grillini in cerca di notorietà. Sicuramente faranno vendere più copie al “quotidiano comunista”, ma non aggiungeranno nulla di più alla manifestazione milanese se non le solite frasi di circostanza, auspicando che stavolta risparmino la Brigata ebraica dalle loro contestazioni.

Per Il Manifesto serve “una grande manifestazione nazionale antifascista” e loro accontentano il giornale più rosso che ci sia. «Settantanove anni dopo la fine dell’occupazione nazista e fascista è importante sostenere una manifestazione italiana ed europea contro i fascisti di allora e contro quelli contemporanei, contro il razzismo e l’autoritarismo, contro la guerra di ieri e di oggi. La democrazia europea si difende nel Parlamento e anche nelle piazze che ricordano gli uomini e le donne che animarono la Resistenza in tutta Europa»: fuochi artificiali sparati in aria, oltre che da Smeriglio, anche da Pietro Bartolo (Pd), Tiziana Beghin (M5s), Brando Benifei (Pd), Andrea Cozzolino(Indipendente ex pd dopo lo scandalo Qatargate), Rosa D'Amato (Verdi/Alleanza libera europea), e altri ancora tra italiani e stranieri.

 

 

 

I PRECEDENTI

Il 25 aprile del 1994 fu una giornata abbastanza turbolenza. Il centrodestra entrava nella stanza dei bottoni a Palazzo Chigi, ma gli era inibita la piazza rossa di Milano. Dovette rinunciare a suon di insulti ricevuti persino Umberto Bossi, come successe a Letizia Moratti nel 2006. Non graditi... Ora come allora, prevale l’ostilità alla destra di governo rispetto al valore della data storica che riempie ogni dibattito televisivo. Pd e soci se ne appropriano per un’operazione politica alla vigilia delle elezioni europee e poi si chiedono, magari, perché quella celebrazione possa essere considerata divisiva ancora oggi.

Ovviamente non mancherà il sostegno dell’associazione partigiani. Puntualissimo il presidente dell’Anpi, che senza sbadigliare torna a denunciare «il rischio di una svolta autoritaria». Il ritornello non muta mai. Si fa sentire anche il presidente nazionale dell’Arci Walter Massa. Al Manifesto dice «straordinaria la vostra proposta, questo 25 aprile segna un punto di svolta: ci troviamo all’opposizione del peggior governo della storia della Repubblica e non per caso, la sinistra ha sbagliato». Almeno in quest’ultimo concetto è sincero... 

 

 

 

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