Siena, il rettore Montanari: "Niente lezioni per Ramadan e Kippur"
Dopo la scuola di Pioltello, ora tocca anche agli atenei. Stop alla didattica all’Università per Stranieri di Siena il prossimo 10 aprile in occasione della festa di fine Ramadan. Così ha deciso l’ateneo in un atto a firma del rettore Tomaso Montanari. La scelta è stata presa "in segno di condivisione" per l’Id al Fitr. Ed è inoltre un "visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza, in grandissima parte musulmana, sottoposta a un incessante, inaudito, massacro". Non solo però: c’è pure la volontà "di sospendere la didattica anche venerdì 11 ottobre, Kippur, a un anno dalla strage del 7 ottobre" poiché, si legge, "la nostra missione statutaria è costruire il multiculturalismo, e contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli".
E su questo tema, soprattutto sullo stop alla didattica nella scuola di Pioltello, all'Adnkronos è intervenuta Suor Anna Monia Alfieri: "La decisione presa dalla scuola di Pioltello di sospendere le lezioni in occasione della chiusura del Ramadan ha puntato i riflettori sulla questione della presenza degli alunni stranieri nelle nostre scuole. Non torno ovviamente sul tema della decisione presa dalla scuola, ma vorrei sottolineare che sembra quantomeno poco rispettoso del lavoro delle scuole accendere i riflettori sulla presenza degli immigrati di tanto in tanto, sull’onda ora dell’una ora dell’altra emergenza".
Infine ha aggiunto: "Due considerazioni previe: in primis la presenza degli stranieri non è un problema ma una sfida che va raccolta se vogliamo costruire il futuro del nostro Paese, in secundis non affrontiamo ideologicamente il problema, identificando lo straniero con l’immigrato di religione musulmana che non va accolto, mentre all’immigrato francese o inglese spalanchiamo le porte. - continua Suor Anna Monia Alfieri - Ora è chiaro che, se in una classe, poniamo, di 20 studenti, anche solo 5 non sono di origine italiana, la didattica dovrà tenerne conto, a maggior ragione quando gli studenti non italiani saranno il doppio o anche di più. Chiaramente occorre pensare a percorsi di alfabetizzazione massiccia, non per creare classi ghetto ma per far sì che, una volta appresa la lingua, la didattica possa procedere con il contributo di tutti gli allievi. Se in Italia la libertà di scelta educativa fosse garantita, ossia se i genitori potessero scegliere a costo zero la scuola per i loro figli tra una pubblica paritaria e una pubblica statale, il problema sarebbe risolto".