Marco Tarquinio, l'anti ddl-Zan candidato con il Pd di Zan
Marco Tarquinio sta al Pd della Schlein come Gandhi ai marines, Bud Spencer in un ristorante vegano, Albano sul palco di un gruppo punk. L’ex direttore di Avvenire, 66 anni, candidato in pectore del Pd alle elezioni europee di giugno, è contro il ddl Zan, il matrimonio egualitario, la maternità surrogata, l’aborto, l’invio di armi all’Ucraina. Per il resto è in linea su tutto. Tarquinio con questo Pd non c’entra niente, e dunque Elly s’è messa in testa l’idea meravigliosa di metterlo in lista. L’intento è quello di allargare il partito alla “società civile”. A quella “incivile” non è il caso. L’idea della Schlein però, stranamente, non è condivisa da buona parte dei “suoi”, non solo da Alessandro Zan.
Dirigenti e parlamentari, quasi tutti con poche eccezioni come Andrea Orlando, contestano le prese di posizione del giornalista. Altri, i candidati alle Europee, temono che l’ex direttore del quotidiano dei vescovi gli porti via il posto (a loro, non ai vescovi), e tra i più nervosi – in gran segreto, si fa per dire – ci sono Nicola Zingaretti e Dario Nardella.
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ATTENTI A QUEI DUE - L’ex governatore del Lazio oggideputato e il sindaco uscente di Firenze pensavano di spartirsi i voti, senza rivali, nella “circoscrizione centro”. E però, se arriverà la fumata bianca, Tarquinio verrà candidato proprio lì, il che potrebbe far saltare tutti gli schemi. In Toscana, Umbria (Tarquinio è di Assisi), Marche e Lazio anche le seconde linee che aspirano a salire di grado sono sul piede di guerra. Questa è la ragione “tecnica” della protesta.
Per ricordare i motivi ideologici, invece, basta rileggere alcuni articoli di Avvenire quando Tarquinio era direttore (lo è stato dal 2009 al 2023). Cinque novembre 2020, “Omofobia, via libera alla Legge Zan, tanti gli aspetti che fanno discutere”. Quattro maggio 2021, “Ddl Zan, il grave rischio che il Pd deve vedere”; 16 aprile 2021, “Non è nel ddl Zan la via contro l’odio”; 25 maggio 2021: “ddl Zan, se si punta ad abolire il reale in nome del percepito si gioca col fuoco”; e ancora, “Otto motivi per dire ‘no’ alla cosiddetta legge Zan”. Riportiamo alcuni stralci: «L’introduzione a scuola di iniziative “contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” nella giornata nazionale del 17 maggio significa far entrare nei percorsi scolastici anche delle classi elementari e medie contenuti in linea con l’impianto della legge non solo tutt’altro che condivisibili, ma anche di più che dubbia comprensibilità da parte dei bambini»; altro passaggio: del ddl Zan «lascia senza parole la pretesa di “riscrivere” la natura umana per legge»; concludiamo: «È troppo largo lo spazio per l’interpretazione discrezionale di cosa possa istigare ad atti discriminatori o persino alla violenza».
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PUTIN E COMPAGNI - E sulla Russia? «Lo dico dall’inizio», così Tarquinio a Tagadà, su La7, «che non dovevamo fornire armi all’Ucraina. Il negoziato verrà, altrimenti la guerra è destinata a durare chissà quanto». L’aborto? «Penso che la legge 194, come tutte le leggi ma un po’ di più, sia una legge che ha dentro di sé cose diverse. Non l’avrei votata così com’è. L’aborto è una tragedia immensa per il figlio abortito e per la donna-madre che vive questa prova. La legge 194 va svuotata del suo carico di sofferenza e di morte». “E che c’azzecca con noi Tarquinio!”, esclamerebbe Antonio Di Pietro, che oggi si è ritirato in campagna, come Cincinnato, ma col corno che i senatori di sinistra lo riportano a Roma!
Elly invece sta penando per riuscire a portare Tarquinio a Bruxelles. Pensate a Tarquinio con l’aspersorio mentre al gay-pride la Schlein e Zan ballano sul carro, corone di fiori e come colonna sonora “Ho visto lei che bacia lui/ Che bacia lei che bacia me/ Mon amour, amour/ Ma chi baci tu?” Qualcuno ride. Altri si fanno il segno della croce.