Ilaria Salis, "colpa del governo". Se il Pd la candida, si complica tutto
Ilaria Salis ringrazi la sinistra italiana se resta ancora in carcere. Perché il baccano attorno al suo caso, la politicizzazione estrema, le accuse all’Ungheria, non l’aiutano. E così la giornata di ieri è trascorsa con un nuovo no alla sua liberazione o alla concessione degli arresti domiciliari: i giudici magiari non si fidano della detenuta e la tengono dentro, ritengono «giustificato il mantenimento della custodia cautelare».
Tredici mesi di detenzione preventiva rispetto ai reati di cui è accusata, secondo la magistratura ungherese non sono affatto eccessivi.
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La 39enne italiana è stata arrestata nel febbraio del 2023 con l’accusa di violenze commesse nel corso di una manifestazione di destra a Budapest. E a poco è servito riempiere l’aula del tribunale di amici e parenti della Salis. L’avvocato della difesa ha chiesto al giudice che consentisse il rientro in Italia di Salis «sotto il controllo penale europeo» o «altrimenti la sospensione delle misure detentive, in cambio di una cauzione di 16 milioni di fiorini» (...)
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