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Marco Minniti, "se vai a casa dei mafiosi": inchioda Emiliano, Decaro e Pd
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"A casa dei mafiosi o dei parenti dei mafiosi, non si va". Marco Minniti, esponente di spicco del Pd, ex presidente del Copasir e ministro degli Interni è uno tra i massimie esperti di criminalità organizzata in Italia. Per questo le sue parole sul caso di Michele Emiliano e Antonio Decaro, in studio a PiazzaPulita su La7, sono pesantissime e mettono un punto sulla questione politica che sta imbarazzando tutto il centrosinistra italiano nell'ultima settimana.
"Decaro bussa alla mia porta, bianco come un cencio, e mi ha detto: qualcuno mi ha messo una pistola dietro la schiena in piazza San Pietro a Bari", aveva raccontato il governatore della Puglia sul palco di un comizio accanto al sindaco di Bari sabato scorso. All'epoca dei fatti, Emiliano era il sindaco e Decaro un giovane assessore alla mobilità, minacciato dai clan di Bari Vecchia.
"Insieme andammo dalla sorella di Capriati, il boss di quel quartiere, e le dicemmo come stavano le cose. Cioè che andava chiusa al traffico per salvare ad esempio i bambini dal pericolo delle macchine. Le dissi che questo era il mio assessore e che glielo affidavo. Poi alcuni mesi dopo tornammo io e Decaro a sgomberare le case dei Capriati sequestrate in quella zona", le parole contestatissime di Emiliano, finite in un vortice surreale di smentite a scoppio ritardato, conferme, ritrattazioni e silenzi.
"Le istituzioni non vanno a casa dei mafiosi e dei parenti di mafiosi e non affidano nessuno, per una ragione semplicissima - scandisce ancora Minniti, intervistato da Corrado Formigli -: le mafie si differenziano da una organizzazione criminale qualsiasi perché hanno il tema del controllo del territorio, vogliono dimostrare di esercitare sovranità in concorrenza con lo Stato. Se tu vai a chiedergli di stare attenti a una cosa che sta nel loro territorio hai riconosciuto la loro sovranità".
Guarda qui il video di PiazzaPulita
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