Il 25 Aprile ridotto (ancora una volta) a una sfilata contro il governo
«Il 25 aprile è divisivo solo per i fascisti». Sono anni che la sinistra ripete questa frasetta. Il senso è chiaro: la Festa della Liberazione è di tutti e quindi tutti, a parte i fascisti, dovrebbero celebrarla. Molto bene. Peccato che poi sia proprio la sinistra a voler trasformare la “festa di tutti” in festicciola soltanto sua. Certo, non è una novità che il corteo del 25 aprile sia una cosa di parte. Cori contro Berlusconi, slogan anti-Salvini, ora attacchi alla Meloni. Senza contare le solite bandiere palestinesi e gli insulti alla Brigata ebraica. Quest’anno, però, il fatto che la sfilata della Liberazione vada trasformata in una manifestazione anti-destra viene detto e teorizzato apertamente, come se fosse la cosa più scontata del mondo.
L’idea, ieri, è stata lanciata dal Manifesto. Che ha fatto questo titolo: «Si potrebbe tornare a Milano il 25 aprile». Sì, tornare. Come nel 1994, quando la piazza si riempì per protestare contro il neonato governo Berlusconi. Leggiamo: «La minaccia neofascista era forte trent’anni fa, quando erano al governo per la prima volta Berlusconi e Fini, ed è fortissima oggi che il governo, con Meloni, è spostato ancora più a destra». Quindi l’appello: «A Milano quest’anno vogliamo una grande manifestazione, più grande del solito. Torniamo in piazza, sapendo che per battere autoritarismo e oppressione, razzismo e manganelli, precarietà, sfruttamento e devastazione ambientale non c’è bisogno di invocare il passato ma serve costruire un futuro migliore».
25 aprile, alla Festa della Liberazione le bandiere di chi sostenne Adolf Hitler
La prima pagina del Manifesto è stata subito rilanciata dal sito dell’Anpi. Poi è arrivato anche Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra: «In un Paese in cui la destra al governo non perde mai occasione di sminuire il ruolo della Resistenza e dell’antifascismo, in cui la Costituzione rischia di essere stravolta con l’autonomia differenziata e con il premierato, in cui i segnali di spinte autoritarie si fanno sempre più insistenti, un appello come quello lanciato dal Manifesto non può che essere benvenuto. Tutti e tutte a Milano, dunque...». Ed ecco qui. Nel giorno della Liberazione non si andrà in piazza per ricordare quello che è successo nel 1945, ma per dire che la Meloni è cattiva, che l’autonomia differenziata spacca l’Italia e che il premierato è pericoloso. Chi sostiene l’esecutivo di centrodestra, quindi, non sarà il benvenuto. Com’era quella storia del 25 aprile che è «divisivo solo per i fascisti»?
Se al 25 aprile sfilano le bandiere di chi stava coi nazi