Pd, rivolta contro Elly Schlein: "Annunziata e Cecilia Strada? Femminicidio politico"
Le europee saranno una vera e propria resa dei conti nel Pd. Se la conta degli eletti e dei voti è un tema che verrà affrontato all'indomani del voto, a tenere banco ora al Nazareno è la composizione delle liste. Un tema spinoso, che rischia di mettere all'angolo Elly Schlein a fronte di tutte le rivendicazioni interne. L'equilibrio nell'elenco dei nomi non è un dato da sottovalutare e un impegno in prima persona della segretaria toglierebbe molto spazio alle donne dem. Le uscenti sono già sul piede di guerra e a peggiorare la situazione ci sono le candidature provenienti dall'esterno. Due su tutte: Lucia Annunziata, che sarà capolista al sud, e Cecilia Strada, la cui candidatura è ancora in bilico fra la circoscrizione del nord-ovest e del nord-est. Se a questo ci aggiungiamo l'alternanza di genere - le liste devono essere composte seguendo l'alternanza donna-uomo -, con Schlein in seconda piazza o capolista sulle isole, si capisce che alle altre donne dem potrebbe restare ben poco spazio.
Tant'è che il tema è al centro della conferenza delle donne dem di sabato pomeriggio: nel mirino l'eccessiva competizione interna. Tanto che, come riporta Repubblica, sulle chat del partito qualcuno già inizia ad alzare i toni: "È un femminicidio politico delle uscenti, ma più in generale delle candidate donne del Pd". Fra le eurodeputate uscenti, che già hanno annunciato di voler correre di nuovo, la paura di una bocciatura è alta: Irene Tinagli, Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini sono sul piede di guerra.
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Ma i lunghi coltelli non riguardano solo la componente femminile. Le liste del Pd potrebbero diventare un vero 1 contro 1 fra la corrente della segretaria e quella di Bonaccini. Il governatore dell'Emilia Romagna dovrebbe correre e sfidare direttamente Schlein nel nord-est, dove per sostenerla potrebbe trovare posto nelle liste Alerssandro Zan. Ma anche i colonnelli di Bonaccini sono pronti alla sfida. Al centro il sindaco di Firenze Dario Nardella sfiderebbe Nicola Zingaretti, mentre al sud il sindaco di Bari Antonio Decaro proverà a fare bottino pieno contro Annunziata e il candidato indicato dal governatore campano De Luca.
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Nel nord-ovest si preannuncia la sfida più dura. Come scrive Il Tempo, oltre alla già citata Tinagli, si ricandiderà il capo delegazione del Pd, Brando Benifei. La riserva potrebbe presto essere sciolta da Giorgio Gori, arrivato agli ultimi mesi del secondo mandato da sindaco di Bergamo, l'ex deputato Emanuele Fiano e l'assessore milanese Pierfrancesco Maran. A sorpresa, potrebbero anche candidarsi Enrico Letta e l'ex ministro del lavoro Andrea Orlando, attuale coordinatore del Pd in Liguria. Insomma, un tutti contro tutti che, considerati i posti limitati per andare a Bruxelles, potrebbe trasformarsi in un bagno di sangue.