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Bari, le mani delle cosche sull'azienda dei trasporti

Decaro

Annarita Digiorgio
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Il cuore dell’inchiesta di Bari riguarda la partecipata dei trasporti del Comune di Bari, Amtab, che è stata messa in amministrazione giudiziaria dal Tribunale dopo aver ravvisato infiltrazioni mafiose. «Parisi Massimo (clan Parisi) è stato mio amico e collega dell’Amtab»- si legge nell’ordinanza del tribunale - Sono numerosi gli affiliati del quartiere Japigia assunti nella società...» e vengono citati numerosi affiliati ai clan baresi.

«Per quanto riquarda l’assunzione di Massimo Parisi all’Amtab, ricordo che questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro. Gli incontri sono avvenuti circa 7 mesi prima o al massimo un anno prima dell’assunzione successiva di Massimo Parisi all’Amtab. Comunque, si trattava di elezioni locali e Decaro era all’assessorato dei trasporti (sindaco Michele Emiliano). Alla riunione che avvenne nei pressi di un bar nella piazza di Torre a Mare, area pedonale, partecipai anche io e vi erano Decaro, il padre Giovanni, Parisi Massimo, De Tullio Michele ed altri. Michele De Tullio mi disse che dovevamo sostenere Decaro e così Massimo Parisi sarebbe stato così assunto. Ricordo che avevano contatti con lo “Studio Staff” di Roma. Questa agenzia ha organizzato il concorso per autisti e questi avevano agevolato molti candidati con il trucco del cambio del codice a barra che, di fatto, ha agevolato soggetti non preparati che usufruivano dei risultati positivi di altri. Tra questi vi era Massimo Parisi».

 

 

Secondo l’inchiesta la partecipata comunale gestiva i parcheggi dei concerti, delle partite di calcio e della Fiera del Levante in maniera tale da lasciare una quota degli introiti ai clan baresi: i Campanale intorno allo stadio Della Vittoria, i Parisi dalle parti del Palaflorio, gli Strisciuglio a Carbonara. Il provvedimento con cui il Tribunale della prevenzione ha imposto l’amministrazione giudiziaria dell’Amtab sono uno dei documenti acquisiti dalla Prefettura di Bari per decidere la nomina della commissione di accesso all’interno del Comune di Bari. Che come chiarito dal Viminale non è funzionale allo scioglimento, ma alla verifica della trasparenza degli atti. È un atto di garanzia, non di "guerra".

Uno dei fratelli Parisi era impegnato in prima persona come parcheggiatore abusivo. Ma il clan era riuscito a piazzare i suoi anche come dipendenti diretti della partecipata del Comune sotto le giunte di centro sinistra. Da Tommaso Lovreglio, dipendente addetto all’officina e nipote di Savino Parisi, a Michele De Tullio, responsabile degli ausiliari della sosta e zio acquisito del primo. Ora arrestati, secondo la procura erano in grado di imporre assunzioni in Amtab tramite società interinali di persone vicine al mondo criminale.

«IMPOSIZIONI ESTORSIVE» - Secondo i giudici in Amtab «si muove in una realtà contaminata da imposizioni estorsive da parte dei contesti criminali». Ma ovviamente il sindaco Decaro, che di Amtab nominava i vertici oltre a coprirne i buchi con fondi comunali, non si era accorto di nulla. Anzi a suo dire era lui che combatteva e denunciava i mafiosi. Ovunque, tranne che nella partecipata del Comune.

 

 

Dall’ordinanza si legge che «in occasione di concerti l’Amtab ha avuto sempre gestione dello Stadio della Vittoria, e per un periodo allo Stadio San Nicola per le partite del Bari. E lo stesso accadeva al Palaflorio di Japigia.Comunque entravano le macchine e prendevano loro i soldi, come avviene nella Fiera». Il tutto alla luce del sole e senza che mai le Forze dell’ordine intervenissero. «Non li chiamava nessuno. Venivano i vigili e non facevano mai niente». E così l’Amtab divideva i proventi del parcheggio con gli abusivi dei clan. «Ogni parcheggio mettevano due, tre persone che facevano entrare e davano gli inviti della Fiera nei parcheggi dove erano proprio dell’Amtab»...

Ma nel verbale si racconta che le assunzioni chieste dai clan non riguardavano solo la partecipata dei trasporti: «In tutte le campagne elettorali molti politici si spendono con alcuni clan baresi per ottenere un buon numero di preferenze promettendo alcuni posti di lavoro come accaduto in occasione dell’assunzione in Aeroporti di Puglia del genero di Antonio Capriati». Ma lo stesso sistema avrebbe funzionato in altre società pubbliche (la Sanitaservice Policlinico), sempre grazie a politici in cerca di voti.

Sono queste le principali situazioni finite nel novero degli approfondimenti della prefettura di Bari che, in base al Testo unico sugli enti locali, deve stabilire se la presenza di uomini dei clan in Amtab ostacoli l’erogazione di un servizio pubblico: uno dei presupposti richiesti dalla legge per lo scioglimento per mafia.

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