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Meloni contro Giuseppe Conte: "Pensava che a governare fosse la sua pochette". Caos in aula

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Una giornata infuocata in aula al Senato, dove a parlare è Giorgia Meloni con le comunicazioni in vista del Consiglio europeo che si terrà nei prossimi giorni. Nel primo intervento, il presidente del Consiglio ha rivendicato la bontà del patto con la Tunisia, snocciolando le cifre di Frontex che certificano un drastico calo degli sbarchi di migranti. Dunque il secco "no" a chi, come Emmanuel Macron, parla di un intervento diretto della Nato in Ucraina. "Siamo assolutamente contrari, si rischierebbe un'escalation".

Poi a Palazzo Madama il dibattito, al quale hanno fatto seguito le repliche della Meloni. A tutto campo e durissima, il premier ha subito messo nel ministro le opposizioni: "Bisogna essere fieri dei risultati economici che l'Italia sta raccontando in queste settimane: record occupazionale, l'aumento del reddito medio delle famiglie, lo spread è ai minimi dai due anni, siamo i primi in Ue per la realizzazione del Pnrr". E ancora: "L'Italia è cresciuta più della media europea. E l'Istat ha detto che è diminuito il rischio di povertà e questo mi stupisce perché avevano detto di averla abolita". "I dati dell'Italia migliorano, capisco quindi il vostro imbarazzo", ha picchiato duro il premier.

Quindi ancora l'Ucraina: "Se avessimo fatto quello che proponevate già qualche mese fa l'Ucraina si sarebbe arresa", ha affermato Meloni, suscitando la reazione dai banchi delle opposizioni, tra urla e contestazioni. "Contesto il principio che l'Ucraina si debba arrendere. Non mi convincerete mai che questa sia la soluzione". Sempre su Kiev, nel mirino ci finisce poi Giuseppe Conte: "La cosa più concreta che ho sentito dal leader di M5s è che se Volodymyr Zelensky vuole aiutare il suo popolo si deve mettere gli abiti civili. Cioè se vuoi la pace mettiti la cravatta. Probabilmente Conte riteneva al tempo che a governare l'Italia ci sarebbe stata la sua pochette e abbiamo visto i risultati. Penso che la politica estera sia una cosa più seria e penso che sia molto pesante dire a qualcuno che vede i suoi cittadini morire ogni giorno come si deve vestire", ha infilzato il presunto avvocato del popolo.

Poi la replica a chi parla di una maggioranza spaccata. "Non ho condiviso alcune parole del senatore Sensi sul tema della compattezza della maggioranza. Credo che non ci sia nulla oltre alla linea politica che un governo vota in aula, e rappresenta all'estero senza tentennamenti, che rappresenta la compattezza della maggioranza. Senza timore di smentita credo che il governo in questo anno e mezzo abbia sempre potuto rappresentare la stessa posizione con estrema forza e determinazione, come tutti a livello internazionale ci riconoscono e dispiace che spesso non venga riconosciuto a livello nazionale". E ancora: "Mi pare piuttosto che qualche tentennamento ci sia dalla parti delle opposizioni. Il Pd nell'ultima occasione si è astenuto quando si è trattato di votare quando si è trattato di votare sull'invio di armi in Ucraina", ha rimarcato suscitando ancora una volta la reazione dai banchi della sinistra.

Infine, sull'agricoltura: "Dobbiamo dirci le cose come stanno, che una discreta parte dei problemi che gli agricoltori oggi hanno dipende dalle scelte ideologiche, in alcuni casi folli, che particolarmente la sinistra ha imposto in questi anni in Italia e in Europa", ha concluso Giorgia Meloni.

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