Regionali Basilicata, l'audio di Pittella: "Per il Pd sono l'ebreo che deve morire"
"Io per loro sono un ebreo che deve morire". L'audio di Marcello Pittella, ex presidente della Regione Basilicata, ex Pd e oggi big di Azione, svela le dinamiche del potere dentro al cosiddetto "campo largo" ed è destinato a creare un terremoto dentro al Partito democratico.
Lo psicodramma del centrosinistra in vista delle regionali, con il cambio di 5 candidati governatore nel giro di pochi giorni, è ancora apertissimo. Azione ha ufficialmente rotto con i possibili alleati annunciando il suo sostegno al governatore uscente di centrodestra Vito Bardi, dopo aver tentato un tandem con Angelo Chiorazzo, leader di Basilicata Casa Comune che per settimane sembrava il candidato certo del Pd. I dem invece, in intesa con il Movimento 5 Stelle, dopo la farsa Lacerenza hanno ripiegato su Piero Marrese, presidente dem della provincia di Matera. Il risultato, appunto, è stata l'esplosione di tutto il campo largo.
"E' giunto il comunicato dell'uomo di fiducia della Schlein che dice che Azione non può partecipare alla lista del centrosinistra perché Calenda ha avuto delle parole poco tenere nei confronti del Pd e di Conte e soprattutto perché Calenda ha detto che Bardi è una brava persona", spiega Pittella in un messaggio audio destinato ai suoi collaboratori.
"C'è proprio un'azione a far male, a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono uno che deve morire", è l'immagine fortissima usata da Pittella.
"A questo punto andiamo avanti - prosegue l'ex governatore -. Avevamo chiamato Chiorazzo, gli ho proposto un patto, con me candidato presidente. Lui ha detto che Basilicata Casa Comune senza lui candidato presidente non si può fare. Noi non possiamo andare a ruota di Chiorazzo. E quindi aderiamo al centrodestra con tutte le difficoltà del caso, però solo per una ragione programmatica. Ora, se siete d'accordo, dobbiamo lavorare molto, dimostrare che siamo in campo e siamo forti e dimostrare che sopravviviamo a coloro che attentano alla nostra vita politica e istituzionale".