L'Aquila capitale della cultura, il delirio firmato Pd: "Fini elettorali"
Alla sinistra non va bene niente, nemmeno che L'Aquila sia la capitale italiana della Cultura 20026. A quasi 15 anni dal devastante terremoto dell'aprile 2009, oggi alla presenza del ministro Giuliano Sangiuliano, c'è stata la proclamazione del capoluogo abruzzese che ha battuto la concorrenza di altre nove città, da Alba a Maratea.
La giuria presieduta da Davide Maria Desario ha premiato all’unanimità il progetto aquilano di "recupero dell’identità" che punta sulla Cultura "intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità", il "forte collante con i territori circostanti" e "la centralità e il coinvolgimento del sistema museale, bibliotecario e universitario".
Per il governatore Marco Marsilio, appena confermato alla guida della Regione, si tratta di "un ulteriore segnale di rinascita e di crescita per l’intero Abruzzo". L'Aquila si era candidata già nel 2021, questa volta però ha vinto il suo progetto di Città Multiverso, "un ambizioso programma di sperimentazione artistica", hanno spiegato i promotori, «per la creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale a base culturale capace di proiettarla verso il futuro seguendo i 4 assi della Nuova Agenda Europea della Cultura: coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale".
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"A pensar male si fa peccato ma, come dice l’adagio, spesso si indovina. O forse è solo un caso che, a pochi giorni, dalle elezioni regionali in Abruzzo il titolo sia stato conferito proprio alla città de L’Aquila?", insinua Andrea Gnassi, deputato del Pd, secondo il quale "negli ultimi mesi FdI, con la complicità del ministro Sangiuliano, ha usato il titolo di capitale della cultura per finalità elettorali". "Negli ultimi giorni, poi, alcuni autorevoli esponenti del partito e di amministrazioni legate al ministero della Cultura, dal Maxxi a Ales, hanno organizzato dei momenti di approfondimento proprio sul tema. Tutte casualità? Non ci crediamo, chiederemo in Parlamento - annuncia Gnassi - di fare luce sulle modalità con cui il ministero della Cultura sta gestendo l’attribuzione di importanti riconoscimenti culturali che, peraltro, generano significativi investimenti pubblici. Oggi è la volta de L’Aquila, a cui facciamo comunque i nostri complimenti, ma solo un mese fa, in un incontro politico a Reggio Calabria, il sottosegretario Durigon anticipava la proclamazione di Taurianova a capitale del libro a selezione ancora in corso". Non sanno più a cosa aggrapparsi.