Guido Crosetto, Putin e il dialogo: "Così in Italia l'avranno capita"
Una Russia "pronta alla guerra nucleare", con soldati che verranno schierati sul confine con la Finlandia. Parole agghiaccianti, quelle di Vladimir Putin, che perlomeno potrebbero aver sortito un risultato positivo: aprire gli occhi ai "paci-finti" di casa nostra.
"Oggi Putin ha detto chiaramente che lui la pace non la vuole - è il commento di Guido Crosetto -, non vuole smettere di bombardare in Ucraina. Così almeno anche a livello italiano quelli che pensano sia facile dialogare con Putin si renderanno conto che non è facile".
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Il ministro della Difesa italiano, a margine di un convegno organizzato dalla fondazione Med-Or al Centro alti studi per la Difesa, riflette: "Le provocazioni di Putin sono all'ordine del giorno. Finché spedisce le truppe ai confini (con la Finlandia, ndr) per l'esercitazione va bene, ma il problema è quando glieli fa scavalcare a carri armati come in Ucraina".
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E ancora: l'esercito di Kiev "ha bisogno di munizioni e carri armati, non di coalizioni burocratiche. Stiamo dando risposte antiche a sfide completamente diverse, la capacità di adeguamento delle democrazie è inadeguata". La posizione del governo italiano sulla questione, insomma, è chiara: con l'Ucraina senza se e senza ma, costi quel che costi.
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"L'Ucraina si aspettava dall'Occidente non parole ma mezzi che le servissero a difendersi - sottolinea Crosetto -. La macchina di produzione occidentale e quella finanziaria in qualche modo ha rallentato, le parole non servono a difendersi. Quando cadono le bombe addosso o le fermo oppure mi cadono addosso, per cui io ritengo che l'Occidente abbia in qualche modo sottovalutato la difficoltà di approvvigionamento, di produzione, mentre invece i Paesi che hanno trasformato la loro economia in economia di guerra come la Russia continuano a produrre molto più di quanto producevano prima e molto più dell'Occidente".