Abruzzo, "astensionisti decisivi": che peso hanno, parlano i sondaggisti
Quale sarà il reale peso degli astensionisti in Abruzzo? La regione è chiamata a scegliere il suo presidente domenica 10 marzo. E la sfida è tra il governatore uscente Marco Marsilio per il centrodestra e l'economista Luciano D'Amico per il centrosinistra. Secondo Livio Gigliuto, presidente esecutivo dell’Istituto Piepoli, si partirebbe da un sostanziale testa a testa: "Per studiare le elezioni regionali è utile partire dalle ultime Politiche. In Abruzzo nel 2022 il centrodestra prese quasi il 48 per cento, mentre sommando i partiti che oggi sostengono D’Amico si arriva quasi al 47. Da allora qualcosa si è spostato, ma soprattutto dentro le stesse coalizioni", ha detto al Fatto Quotidiano.
Per quanto riguarda il fattore astensione, invece, se alle Politiche l’affluenza è stata del 64 per cento, domenica potrebbe essere invece più bassa di una decina di punti. A tal proposito Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi, ha spiegato: “Gli aventi diritto sono qualcosa più di un milione, quindi se andassero a votare 500mila persone ci vorrebbero circa 10mila voti per spostare un 2 per cento”.
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Gli astensionisti, tra l'altro, avrebbero fatto la differenza in Sardegna, dove è stata eletta la candidata di centrosinistra Alessandra Todde. Una differenza tra quelle regionali e queste, però, ci sarebbe. E la spiega Noto: "In Abruzzo non c’è il voto disgiunto, che è stato decisivo per Todde. Quindi sarà una vittoria dei partiti, più che dei candidati. Ciascuna lista dovrà portare a casa voti”.
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