Giorgia Meloni, dossieraggio? "Informazioni a De Benedetti e al Pd, come nei regimi"
Ecco Giorgia Meloni, il premier, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio su Rete 4 nella puntata di giovedì 7 marzo. Per la leader FdI un'accoglienza calorosissima da parte del pubblico. Dunque si entra subito nel vivo, risposta dopo risposta, tema dopo tema.
"Lo ha portato l'elmetto?", chiede il conduttore riferendosi a una recente frase del presidente del Consiglio. "Ce l'ho, ce l'ho, ci dormo anche", risponde Meloni. Già, perché c'è da combattere: "Quando abbiamo vinto le elezioni - rirprende - gli avversari scommettevano sul nostro fallimento e sulle nostre divisioni. Ma ora si è visto che il centrodestra è compatto. Poi scommettevano sul fatto che saremmo stati isolati sul piano internazionale, ma l'Italia ora è più centrale che mai. Poi dicevano che avremmo affossato il Pnrr, ma siamo i primi nell'attuazione del piano. Poi i dati economici: avremmo dovuto portare il Paese a fondo ma i numeri dicono tutto il contrario. E dopo tutto ciò emerge la natura livorosa dei nostri avversari: accadrà di tutto da qui alle Europee. Ma la cosa non mi interessa, l'unica cosa che mi interessa è il consenso dei cittadini", rimarca il premier.
Poi un passaggio sulla criminalità. "Il problema delle baby-gang e della delinquenza minorile è stato lungamente sottovalutato - rimarca Meloni -. Si pensi all'intervento del governo su Caivano: lo Stato ha smesso di girarsi dall'altra parte. Ma una politica seria deve mettere la faccia soprattutto sulle sfide difficili. Noi abbiamo introdotto la fattispecie: se viene trovato sopra i 14 anni con un'arma carica è possibile intervenire con l'arresto. La sinistra buonista dice che la Meloni vuole arrestare i bimbi? Provate a dirlo alla madre di Giogiò, ammazzato da un minorenne per il parcheggio di un motorino", attacca il premier riferendosi al drammatico caso di cronaca di cui si è parlato anche al recente Festival di Sanremo, dove ha parlato dal palco la madre del ragazzo ucciso.
Ma le parole più attese della Meloni erano quelle sul caso-dossieraggio esploso negli ultimi giorni. E il premier picchia durissimo: "Come spiegare il caso-dossieraggio? Una questione molto brutta ma molto semplice da spiegare: alcuni funzionari dello Stato italiano, pagati con soldi pubblici, accedono a banche dati che dovrebbero essere utilizzate per combattere la mafia per passare informazioni sensibili su politici considerati non amici ad alcuni giornali, in particolare a quello di Carlo De Benedetti, tessera numero 1 del Pd. E leggevo dalle notizie di oggi, alcune informazioni sono state passate all'attuale responsabile della comunicazione del Pd. Il tutto per lanciare campagne di fango su politici considerati avversari", incalza Meloni.
"In Italia qualcuno ha messo in piedi metodi da regime illegale per gettare fango su chi non gli è simpatico - riprende -. Penso sia una cosa gravissima e molto più ampia di quel che stiamo vedendo, anche perché coinvolge anche persone normali. Quali sono gli interessi? Bisogna andare fino in fondo e ringrazio Melillo e Cantone: non basta sapere qual era il funzionario che violava la banca dati, bisogna capire chi sono i mandanti. E quel che mi indigna ancor più del fatto in sé è che qualcuno prova a difendere quel che è successo trincerandosi dietro alla libertà di stampa. Ma i metodi sono illegali e la libertà di stampa non c'entra: questo accade nei regimi, non nelle democrazie", ribadisce e conclude Giorgia Meloni.