Meloni risponde a studenti e sinistra: "Diritto di manifestare, dovere di rispettare le regole"
"Non esiste solo il diritto a manifestare, che nessuno mette in discussione: esiste anche il dovere di rispettare delle regole, che sono state fissate - e più volte sono state ritenute conformi alla Costituzione - proprio per ridurre i rischi di incidenti". Giorgia Meloni, in occasione dell'incontro con i sindacati delle forze dell'ordine, non può tornare su uno dei temi centrali dell'agenda politica e giornalistica delle ultime settimane, le famigerate "manganellate" ai giovani manifestanti di Pisa e Firenze.
Una questione che ha dato fiato alle opposizioni, tornate ad agitare lo spauracchio della deriva fascista, dello Stato di polizia, della repressione del dissenso. Argomenti a cui la premier risponde con una semplice constatazione: bisogna rispettare la legge, anche in piazza. "Non si tratta di vuoti formalismi. Sono le regole del gioco democratico. Senza queste regole si tratta di un altro gioco. Chi pensa di spacciarlo come democratico sta barando".
"L'aumento delle manifestazioni di piazza, soprattutto dopo la riacutizzazione del conflitto in Medio Oriente, ha determinato un impegno, qualitativamente e quantitativamente, più intenso per tutti voi - ha quindi detto la Meloni rivolgendosi agli esponenti delle forze dell'ordine, secondo quanto si apprende -. Dal 7 ottobre a oggi, infatti, le iniziative di piazza sono state più di mille. L'Italia, a differenza di altre Nazioni, non ha vietato le manifestazioni a favore della Palestina perché per noi è fondamentale garantire il pieno diritto a esprimere qualunque posizione politica".
"Se è vero che le manifestazioni non vanno autorizzate, è altrettanto vero che vanno comunicate per dare modo a voi di calibrare le forze in campo e i mezzi da adoperare", ha proseguito la leader di Fratelli d'Italia e presidente del Consiglio, con riferimento anche a quanto accaduto a Pisa, sottolineando che la garanzia dell'ordine pubblico è tra le attività "più difficili e impegnative" per le forze di polizia. "Quando il responsabile dell'ordine pubblico, cioè il Questore, detta prescrizioni sullo svolgimento della protesta, per esempio tenendo a distanza da obiettivi sensibili, lo fa non per negare il diritto a manifestare, ma per garantirlo al meglio, e al tempo stesso per non negare diritti egualmente sanciti dalla Costituzione". "E' ovvio che se, come di recente accaduto per più di una protesta, gli organizzatori non danno alcuna comunicazione, questo aumenta le vostre difficoltà, qualunque sia l'età di partecipanti".