Matteo Salvini gela l'inviata di La7: "Se mio figlio gridasse ‘sbirro infame' ci penserei io"
"Non le hanno fatto impressione le immagini di quegli scontri a Pisa?": Elena Testi, inviata di Tagadà, lo ha chiesto a Matteo Salvini, in riferimento agli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti lo scorso weekend. Il vicepremier allora ha risposto: "Sicuramente sì, però per quel che mi riguarda non si mettono mai in discussione le forze dell'ordine. Il poliziotto, come un carabiniere, come un operaio, come un ingegnere, come un giornalista, come un ministro, come un barista, può sbagliare. Mettere in discussione centinaia di migliaia di donne e uomini in divisa è pericoloso per la tenuta della Repubblica".
"Ma non è un fallimento usare i manganelli con gli studenti come hanno detto Piantedosi e il presidente della Repubblica?", lo ha incalzato la giornalista. E il ministro dei Trasporti ha risposto: "Quando la gente manifesta chiedendo l'autorizzazione e non insultando i poliziotti non rischia nulla. Se lei domani va in piazza chiedendo i permessi che deve chiedere senza dire 'sbirro infame' e 'coglione di mer**' sicuramente non le succede niente. Se mio figlio gridasse ‘sbirro infame’ ci penserei io".
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Poi Salvini ha aggiunto: "Se non ci fossero stati quei poliziotti vorrei sapere dove sarebbero andati quei manifestanti, a fare che cosa e con quale grado di civiltà. Io non sono più ministro dell'Interno, però alle prossime manifestazioni direi di non mettere più poliziotti e carabinieri e se poi i manifestanti si imbattono in una sinagoga, in una chiesa o in un negozio che a loro non piace vediamo cosa succede. In Italia se tu rispetti le regole non devi avere paura di niente".
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