Paola Severino, quando è cambiato tutto: "Perché ho rischiato di perdere la vita"
Paola Severino è stata la prima donna Guardasigilli, ma anche prima vicepresidente della Magistratura militare e rettrice alla Luiss. In una intervista a Il Corriere della Sera, parla della sua vita e della sua carriera, a partire dalla esperienza come ministro della Giustizia. Era il 2011: "Non ero preparata all'idea di diventare ministro. Quando ricevetti la telefonata del presidente Monti ero al Museo Egizio e rimasi imbalsamata come le mummie: sentii il peso della responsabilità", racconta.
Poi però, prosegue la professoressa, "mi sono rimboccata le maniche e ho cercato di circondarmi delle persone migliori per quel compito". Perché è quello di cui va più fiera, "mio padre ne sarebbe stato orgogliosissimo", dice. Del resto, "vengo da una famiglia di magistrati. Quando partecipai nella veste di ministro al convegno nazionale dei notai, nel Teatro San Carlo di Napoli, mi commossi pensando a loro, nella città in cui ero nata e vissuta fino all’adolescenza".
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Nel governo Monti era il ministro che guadagnava di più. "Trovo che guadagnare non sia un peccato, se frutto del lavoro onesto. Ma mentre in Paesi come gli Stati Uniti si premia chi guadagna di più, perché crea occasioni di lavoro, in Italia aver guadagnato più di altri è ritenuto da alcuni quasi una colpa".
Il suo nome ciclicamente appare per il Quirinale ma dice ancora la Severino, "mi pare un periodo ipotetico del terzo tipo. Ma comunque vorrei vedere chi non avrebbe piacere!".
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Parlando del suo privato la Severino spiega che "nella vita ci sono eventi che sembrano definitivi e invece sono un passaggio che ti dà più forza. Chi ha rischiato di perdere la vita, soprattutto da giovane, poi la vive con più passione".