Alessandra Todde, la stoccata del "comunista" Fois: "Lei sarebbe la novità?"
"Le prossime elezioni regionali sarde potrebbero rappresentare il segnale chiaro dello sfinimento da parte dell’elettorato": a scriverlo su La Stampa lo scrittore "comunista" Marcello Fois. Secondo lui, la Sardegna è sempre stata usata come una sorta di laboratorio a livello politico. Questa volta, però, con le regionali di domenica 25 febbraio, si potrebbe arrivare al limite.
Parlando dei candidati, Fois definisce Renato Soru "convitato di pietra" che si trova ad affrontare "un centro sinistra che pensa di apparire rinnovato solo perché ha candidato una donna in gamba, Alessandra Todde, alla presidenza della regione". Su quest'ultima, sostenuta da Pd e M5s, ha poi sottolineato: "Nemmeno per un secondo della sua campagna elettorale Alessandra Todde, la donna in gamba in questione, ha compiuto un atto autonomo rispetto alla nomenclatura locale che oggi si scherma dietro di lei e che diventerà determinante se si dovessero vincere le elezioni".
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Secondo Fois, "in Sardegna si è già sperimentata dunque anche la finta svolta. Non a caso il Pd sardo teme più Soru, col quale dovrebbe lavorare per costruire una Casa dei Progressisti, che Truzzu (candidato del centrodestra, ndr), col quale, male che vada, farà i soliti accordi di cessate il fuoco in cambio di due, tre, rendite di posizione acquisite o incarichi. Fare il consigliere regionale in Sardegna è un affare. Chiunque governi. La regione più povera d’Italia elargisce ai suoi sessanta consiglieri gli stipendi più alti d’Italia. E se chiedete al sardo scafato quali siano i danni di confondere l’attività politica col posto fisso lui vi risponderà senza pensarci un attimo e con una sola parola: immobilismo".
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