Elly Schlein "scaricata" dalla Todde? "Scelta giusta", come si auto-umilia
Un'amara presa d'atto. A Elly Schlein non resta che fare buon viso al "cattivo gioco" di Alessandra Todde, la candidata governatrice della Sardegna sostenuta da Pd e Movimento 5 Stelle che in vista delle regionali di domenica prossima ha chiesto di non avere leader di partito accanto a lei per il comizio finale. Una scelta alla "Damiano Tommasi", l'ex calciatore di Roma e Nazionale diventato sindaco di Verona a sorpresa anche grazie al suo smarcamento dal centrosinistra "ufficiale".
Non sono giorni facili per la segretaria del Pd, contestata da una anziana durante un tour tra i banchi di un mercato rionale di San Benedetto a Cagliari: "Ma vada a lavorare! - l'ha apostrofata la vecchina - Come ho lavorato io 25 anni in una impresa di pulizie per 500 euro al mese. È una vergogna!". Ed Elly? Risposta surreale: “Ha ragione, la signora ha ragione…".
Più o meno la stessa resilienza messa in mostra di fronte alla decisione della Todde di andare da sola all'ultimo confronto con gli elettori: "Mi sembra una scelta giusta - spiega la segretaria dem al Corriere della Sera -. Del resto, io sono molto rispettosa, noi siamo andati lì per sostenere la campagna elettorale ma la differenza la fanno loro, i sardi, non noi che veniamo dal continente".
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Scaricata dalla governatrice, la Schlein finisce per sganciare addirittura il Pd nazionale dalla contesa: "Noi abbiamo scelto la competenza e non l’appartenenza, la candidata l’hanno decisa sul territorio, non noi a Roma… la Sardegna non è un laboratorio di test nazionali, perché alle elezioni si gioca il futuro della regione non il mio o quello dei campi larghi…". Un modo furbetto per mettere le mani avanti e provare a togliersi dall'impaccio di una eventuale, nuova figuraccia.
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