Senato, via libera per l'abolizione dell'abuso d'ufficio: voto segreto, rissa a sinistra
Il dado è tratto. Possiamo dire addio finalmente al reato di abuso d’ufficio dal Codice penale. Il primo passo arriva con il disco verde del Senato, a scrutinio segreto, durante l’esame della riforma della Giustizia presentata dal Guardasigilli, Carlo Nordio: 99 i voti favorevoli, 50 voti contrari, 8 gli astenuti. Ed è subito scontro fra Italia viva e il Pd, mentre sono stati respinti dall’assemblea tutti gli emendamenti delle opposizioni. "È legittimo che il Pd abbia scelto di stare dalla parte del Movimento 5 stelle. Ma non è legittimo che venga a dirci che le posizioni dei sindaci non contano. Se ritiene che le posizioni dei sindaci del Pd non abbiamo diritto di cittadinanza in quest’Aula, mi assumo la responsabilità politica di portare la voce dei sindaci del Pd che chiedono l’abolizione dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze. Tornate in voi e lasciate la caccia ai grillini", ha detto Matteo Renzi, leader di Italia viva. "Vorrei dire al presidente Renzi e a tanti colleghe e colleghi di sforzarsi di compiere fino in fondo il proprio impegno in quest’Aula evitando di personalizzare le vicende che attraversano il processo legislativo, perché personalizzare le norme e le leggi significa fare ulteriori danni rispetto ai tanti già fatti nel passato recente", ha sottolineato Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd.
"I sindaci del Pd la pensano esattamente come i gruppi del Pd e come il Pd. Avere strumentalizzato alcune dichiarazioni pubbliche di singoli amministratori che sono stati condizionati dalle proprie vicende personali è scorretto e poco opportuno rispetto ai nostri doveri, necessari per assicurare un processo legislativo dignitoso e all’altezza della sfida. Per questa ragione mi auguro si discuta del merito di un provvedimento che è pasticciato, e penso la discussione generale abbia dato conto delle valutazioni di tutti i partiti di opposizione, a parte gli ex partiti del Terzo polo, che ora sono due", ha aggiunto. E dopo la Conferenza dei capigruppo aveva replicato alla senatrice della Lega Erika Stefani che aveva attaccato già prima, dopo il no dell’Aula alla richiesta di cancellare l’abrogazione dell’abuso di ufficio avanzata dal M5s: "Venti voti arrivati dall’opposizione bocciano l’emendamento a prima firma Scarpinato. Non a caso, il Pd aveva chiesto il voto segreto. Ciò rende ormai evidenti le spaccature interne ai partiti di sinistra, su cui soprattutto al Nazareno dovrebbero interrogarsi, e dimostra che stiamo andando nella direzione giusta", aveva osservato l’esponente della Lega.