Paolo Berizzi candidato all'Europarlamento: rumors a sinistra
Il Pd è già in piena campagna elettorale per le Europee di giugno ma Elly Schlein non ha in mano il partito. Che fare? Semplice, trovare dei candidati che facciano parecchio rumore per cancellare programmi nebulosi e contraddittori e buttarla, come si suol dire, in caciara. Tradotto nel linguaggio politico della sinistra: agitare lo spauracchio del fascismo anche tra Strasburgo e Bruxelles.
Cosa ci sarebbe di meglio allora di Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica che dell'antifascismo sempre, ovunque e comunque la sua ragion d'essere professionale? La candidatura del giornalista, secondo un retroscena della Stampa, è l'idea che sta frullando in testa alla segretaria dem. Non è il solo, si legge, e "alcuni hanno declinato l'offerta, altri ci stanno pensando".
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Berizzi da alcuni anni è sotto scorta per le minacce ricevute dagli ambienti di estrema destra sui cui ha realizzato varie inchieste. Non è estraneo al Pd, avendo già partecipato alla manifestazione dem in piazza del Popolo a Roma, salendo sul palco. Il profilo è perfetto, la voce giusta per stimolare il "richiamo della foresta" e il sogno di una "resistenza per sempre".
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D'altronde, la carta del fascismo il Pd l'ha già giocata a Strasburgo qualche settimana fa quando il portavoce del Pse Ewan Macphee, su imbeccata dei dem italiani, ha portato in plenaria la questione dei saluti romani ad Acca Larentia accusando la premier Giorgia Meloni di "silenzio". Un processo finito male, con soli 30 europarlamentari presenti su 700 complessivi.
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La Commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson ha ammesso di essere preoccupata "perché gli episodi legati alla rinascita dei neofascismi stanno crescendo tra i confini degli Stati membri", ma anche definito "marginali" le frange estremiste, facendo quasi mea culpa: "Il nostro compito è affrontare le frustrazioni nate negli ultimi anni con politiche ben ponderate".