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Corteo anti-ebrei, scandalo Pd: ecco chi era in piazza tra i manifestanti che insultano Israele

Massimo Sanvito
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Lo sfregio a Milano, nella giornata che impone di ricordare per non dimenticare, si materializza alle 16.43. Via Padova, il quartiere più multietnico della città, all’intersezione con via Bambaia. Centri sociali, collettivi studenteschi e giovani palestinesi- oltre 1.500 persone secondo la Questura - vanno all’attacco: vogliono lo scontro con polizia e carabinieri. Quella di raggiungere l’Anfiteatro Martesana è la solita scusa per mettere in crisi l’ordine pubblico. Si divertono così.

Prima parte “Bella ciao”, poi volano bottiglie d’acqua, petardi e aste di bandiere dalla folla ma gli antagonisti verranno contenuti senza troppa fatica da parte delle forze dell’ordine e un solo attivista resterà ferito a un sopracciglio. Stesso discorso sul lato opposto, verso piazzale Loreto, attorno alle 17.20: il serpentone è ingabbiato. Non si passa nemmeno da qui. È ora di tornare a casa. Anche per Francesco Giordano, l’ex terrorista della Brigata 28 marzo habitué dei sabati anti-Israele.

Una manifestazione anti-Israele abusiva, il 27 gennaio dedicato alle vittime dell’Olocausto, che non è diventata corteo solo grazie alla professionalità della Questura e al sangue freddo degli uomini in divisa. Poliziotti e carabinieri «hanno fronteggiato in maniera decisa quella porzione di dimostranti anche in virtù delle prescrizioni adottate ieri (venerdì, ndr)», spiegheranno in serata da via Fatebenefratelli.

IL CASO PACINI
Negli stessi minuti in cui scoppia il caso di Lorenzo Pacini, assessore alla Casa in quota Pd nel Municipio 1, presente in via Padova nonostante i divieti. Insieme a lui anche Ludovico Manzoni, figlio di Daria Bignardi nonché militante dem. «Un rappresentante delle istituzioni che partecipa a una manifestazione non autorizzata che ha poi generato scontri con la polizia è una brutta immagine. Noi dovremmo dare l’esempio: evidentemente questa persona non ha a mente i valori che dovremmo rappresentare, quindi si dovrebbe dimettere», è l’attacco di Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio comunale, e il responsabile del dipartimento cultura dei giovani leghisti lombardi, Oscar Strano.

 

 

La polemica politica corre anche sui binari del silenzio sinistro che aleggia su Palazzo Marino. «Mi auguro che da parte della sinistra arrivi la stessa ferma condanna alle azioni facinorose di quei violenti che, al di fuori di ogni logica e contro il divieto, hanno voluto scendere in piazza solo per usare la violenza contro le forze dell’ordine. Il sindaco Sala non rimanga in silenzio, come ha fatto sulla bandiera palestinese esposta sulla sede comunale dell’ex Municipio di Crescenzago, e si esponga fermamente contro i delinquenti», dice il segretario cittadino della Lega, Samuele Piscina.

«Scendere in piazza per Hamas e la Palestina, dopo i vili attentati terroristici che hanno colpito Israele, è già di per sé follia pura. Farlo oggi, Giornata della Memoria, nonostante il divieto del Ministero dell’Interno, è un vero e proprio sfregio per chi ha vissuto la Shoah», aggiunge.

«Anche nella giornata in cui si ricorda l’immane tragedia dell’Olocausto la sinistra antagonista non perde occasione per dimostrarsi per quella che è, collocandosi dalla parte sbagliata della storia. Il corteo pro Palestina dà la misura di quanto la storia abbia poco insegnato a chi oggi ha tenuto un comportamento da stigmatizzare nella maniera più assoluta anche e soprattutto da parte del Pd», il commento del deputato milanese di Fratelli d’Italia, Stefano Maullu.

Tranchart il collega di partito Riccardo De Corato: «Di palestinesi se ne sono visti davvero pochi ma, viceversa, si è trattato dei soliti anarchici e no-global dei centri sociali.È giunto il momento di porre la parola fine a queste inutili manifestazioni che sono totalmente irrispettose».

OGGI ALTRO CORTEO
Alle 15 in punto, Khader Tamimi, presidente della comunità palestinese della Lombardia, durante una breve conferenza stampa in piazzale Loreto per spiegare i motivi del rinvio del corteo ufficiale (che si farà oggi pomeriggio, ndr) dopo l’intervento del Viminale, aveva spiegato: «Dire che abbiamo deciso di non manifestare è una grossa parola perché abbiamo accettato con grande rancore e amarezza. Come comunità palestinese, se chiedessimo di annullare o rinviare una qualsiasi altra manifestazione, non credo che verremmo ascoltati». E poi l’invito: «Chiedo alla comunità ebraica di scendere in piazza con noi, contro tutti i genocidi, quelli del passato, quelli del presente e quelli che potrebbero esserci in futuro». «Non è una provocazione scendere in nel Giorno della Memoria perché questa è la diciottesima settimana in cui manifestiamo per chiedere il cessate il fuoco a Gaza», ha concluso Tamini. «A me dispiace moltissimo che sia stata data retta a una lettura simile, noi non siamo in piazza contro la Shoah». 

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