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PiazzaPulita, il sondaggio di Mannheimer: il nodo degli indecisi alle Europee

Roberto Tortora
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Quali sono le intenzioni di voto degli italiani e quali le preferenze per le prossime elezioni europee? Se ne discute a PiazzaPulita, talk di approfondimento politico di La7 condotto da Corrado Formigli. Per farlo, nella puntata di giovedì 25 gennaio, si ricorre agli ormai celebri sondaggi di Renato Mannheimer, dove si evince che a dominare la scena è sempre Fratelli d’Italia al 28,9%, seguito dal Partito Democratico al 19,4% con un +0,2 a favore. L’analisi del sondaggista è semplice: “I partiti di opposizione hanno tanti consensi, solo che sono molto divisi tra di loro e continuano a essere divisi. Se trovassero un'unità, una linea e Carlo Calenda sta agendo in questo senso, potrebbero avere maggior successo con il 46,7 delle preferenze, al contrario dei 45,8 dei partiti di governo”.

A questa considerazione, si aggiunge quella di Antonio Padellaro: “È il suicidio delle ultime elezioni politiche, anche ci fossero state alcune desistenze in collegi nei quali il margine tra centro-destra e centro-sinistra era minimo, probabilmente il centro-sinistra non avrebbe vinto le elezioni, ma si sarebbe ridotto lo scarto in Parlamento. Ora le conseguenze di quella sciagurata scelta di andare separati e in lite continua la pagheranno quelli che non la pensano come la Meloni per cinque anni. È vero, è la democrazia e ha vinto il più forte, ha vinto chi si è saputo organizzare. La capacità di fare cartello elettorale da parte della destra è superiore a quella della sinistra. Loro hanno un cinismo assoluto”.

 

Tra gli ospiti, però, c’è anche il leader di Azione, Calenda, che spiega: “Il nostro lavoro è costruire un'area repubblicana che sempre va dalle altre opposizioni. Sulla sanità abbiamo fatto un tavolo di tre mesi con le altre opposizioni, poi si sono sfilati sia il M5S sia il Pd. Oggi stiamo cercando di coordinare l'azione su una proposta alternativa al premierato, perché le opposizioni devono trovare una proposta che li metta d'accordo e secondo me ci siamo andati vicino, c'è stata una riunione e sempre ne faremo. In questo momento il lavoro che va fatto è capire come arriveranno i partiti al prossimo traguardo. Ciò che proponiamo è un partito che abbia un grande equilibrio, da questo può nascere una credibilità che riporta a votare tanti elettori che non ci vanno".

In vista delle prossime elezioni europee, però, c’è una grossa fetta di italiani indecisi sul voto, come spiega Mannheimer: “Tanti elettori non hanno ancora pensato alle prossime europee e la maggioranza relativa, il 46,1%, non ha ancora deciso per chi votare. Dove sono questi indecisi? Negli elettori di tutti i partiti, tanti di più al centro, sono il 65%. C'è una maggiore attrazione per il centrodestra, Fratelli d'Italia attira molto, ma sono indecisi per tutti, è un mercato elettorale enorme. L'elettorato è mobile, pochi si spostano da sinistra a destra, ma dal centro a centrodestra o centrosinistra c'è un grande movimento potenziale. Dipenderà molto dalla campagna elettorale".

Chiude il discorso ancora Calenda: “Sono stato ad Atreju, sono stati molto affettuosi. Per la grande maggioranza erano ex-democristiani ed ex-socialisti. Qui c'è un pezzo di elettorato anti-comunista che si muove in modo caotico, non è perfettamente a casa né in questa sinistra né in questa destra. Se noi riusciamo a dargli una casa, cambia la politica italiana”.

 

Padellaro, allora, gli ricorda la genesi del suo partito: “È la scommessa che avete fatto quando con Renzi avete ipotizzato il cosiddetto Terzo Polo, si è posto il problema del perché quel serbatoio così ampio non ha votato per voi?”. Calenda replica con una battuta: “Eravamo andati benissimo, quanto era durato senza nominare la parola Renzi! È una battuta, scusate. Intanto, però, bisogna ricordare che quella lista era nata 45 giorni prima e l’ha votata l’8%. Questo risultato era riuscito solo altre 3 volte prima nella storia italiana. A Roma avevo fatto una campagna molto pragmatica, quelli che mi avevano votato erano per un terzo di centrodestra, un terzo di centrosinistra e un terzo indefiniti. È importante, per dare rappresentanza a chi non va più a votare. Dopodiché, mi rendo conto che l’abbiamo fatto in modo non appropriato, è andata a finire talmente male che sono stato io il primo ad ammettere di aver sbagliato a farlo nascere”.

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