Meloni inchioda Stellantis: "Auto gioiello italiano? Allora si produce in Italia"
"Il gruppo automobilistico Fiat e i marchi collegati rappresentano un patrimonio economico che merita la massima attenzione, questo significa anche avere il coraggio di criticare alcune scelte della proprietà e del management, magari quando sono stati distanti dagli interessi italiani, come mi è capitato spesso di fare, anche ignorata": Giorgia Meloni lo ha detto alla Camera durante il question time, rispondendo a una interrogazione su Stellantis. La presidente del Consiglio, in particolare, ha spiegato che il governo vuole "difendere l'interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l'indotto dell'industria automobilistica".
Giudizio duro invece sulle "delocalizzazioni" fatte dall'azienda, con particolare riferimento alle produzioni in America e in Francia: "Se si vuole vendere un auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia. Queste sono le regole con l’attuale Governo e valgono per tutti". La Meloni, poi, ha sottolineato che bisogna "avere il coraggio di criticare le scelte fatte dal gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani. Penso allo spostamento della sede fiscale e legale fuori dalla sede nazionale, all'operazione di presunta fusione tra Fca e il gruppo francese Psa che celava in realtà una acquisizione francese del gruppo italiano, tanto che oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del Governo francese".
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"Il risultato - ha proseguito la premier - è che in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre 1 milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700mila nel 2022, così come secondo i sindacati dal 2021 sono andati persi oltre 7mila posti di lavoro". A tal proposito la Meloni ha spiegato che "abbiamo modificato le norme, da una parte incentivando chi torna a produrre in Italia e dall'altra scoraggiando chi delocalizza, che dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi dieci anni. Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l'anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana".
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