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Elisabetta Piccolotti contro FdI: "Teatro di Roma, squadrismo di destra"
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A sinistra monta il "caso Teatro di Roma" e anche Elisabetta Piccolotti non si sottrae alla tentazione di "fare cinema". La questione è presto detta: l'impasse nella nomina del nuovo direttore dell'importante istituzione culturale capitolina, in cui hanno voce in capitolo Comune di Roma, Regione Lazio e Ministero della Cultura, metteva a rischio i fondi ministeriali destinati allo stesso Teatro di Roma.
Così, anche su impulso di Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura alla Camera e responsabile cultura di Fratelli d'Italia, si è arrivati alla scelta del regista Luca De Fusco. Non condivisa, contestano i dem e una fetta di attori molto attivi a Roma (e tutti più o meno dichiaratamente di sinistra), dal regista Matteo Garrone a Elio Germano e Lino Guanciale, che hanno scritto una lettera contro il governo pubblicata da Repubblica.
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Nel Pd si usano toni asprissimi: di atteggiamenti "teppistici" parla il deputato Matteo Orfini, si legge di Sangiuliano e Rocca "ostaggi" di FdI o "marionette in mano a Mollicone" in varie note del partito, con il gruppo dem a Montecitorio che annuncia la richiesta di "interrogazione urgente" in aula contro lo stesso Mollicone.
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E la Piccolotti? L'esponente di Alleanza Verdi e Sinistra nonché moglie del leader Nicola Fratoianni parla, ancora una volta, di "squadrismo", tanto per cambiare. "Siamo al fianco del mondo della cultura e del teatro romano che manifesterà il suo sdegno per la nomina del nuovo direttore della Fondazione Teatro di Roma oggi pomeriggio, davanti al Teatro Argentina". "Un copione che non cambia e un ennesimo atto di squadrismo istituzionale - prosegue la parlamentare rossoverde della commissione cultura di Montecitorio -, la destra al governo non fa prigionieri e occupa ogni carica, senza curarsi del merito delle procedure democratiche". "Lo fanno in Rai - conclude Piccolotti - e lo fanno in ogni istituzione culturale, negando al mondo dell'arte due principi irrinunciabili: libertà e autodeterminazione". Libertà e autodeterminazione che, viene il sospetto, valgono finché si resta nel recinto progressista.
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